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Bufera arbitri, Abbattista a "Le Iene": "Adesso sono libero di denunciare lo schifo"

"Mi sono sentito con un bavaglio alla bocca che non mi apparteneva"

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"Gli arbitri italiani rappresentano un'eccellenza riconosciuta a livello internazionale... Questi sono fatti concreti che si traducono in risultati importanti e che non possono essere oscurati da accuse lanciate senza alcuna verifica probatoria". Così il presidente della Figc, Gabriele Gravina, rispondeva al servizio de Le Iene del 23 gennaio sulla vicenda dei presunti voti truccati per favorire alcuni arbitri.

"Adesso sono libero di denunciare"

Ma la trasmissione è andata avanti e Filippo Roma ha intervistato in esclusiva Eugenio Abbattista, l’arbitro addetto al Var di Serie A e B che si è dimesso dopo il primo servizio de Le Iene perché era coinvolto e aveva visto respinta la sua richiesta all'Aia di poter parlare. "Adesso sono libero di denunciare lo schifo che c’era intorno a me" , ha detto Abbattista.

"Io mandato avanti da un documento falso"

"Mi sono dimesso perché ero stanco della sensazione di schifo che avvertivo attorno - ha detto l'arbitro -. Mi sono sentito con un bavaglio alla bocca che non mi apparteneva. Impossibilità di parlare, di esprimermi e autorizzazioni negate. Dopo il primo servizio che mi riguardava, io ho chiesto di poter parlare, non mi è stata concessa l'autorizzazione. Perché? Risultava scomodo farmi parlare perché il documento che il massimo organismo degli arbitri ha prodotto nell'anno in questione e che ha permesso a me e ad altri arbitri di rimanere in organico, è un documento evidentemente falso". Perché quel verbale è falso? "Perché io dovevo andare a casa, dovevo smettere di arbitrare perché non era stato chiesto che io rimanessi nell'organico - ha replicato -. Il documento che è stato prodotto attesta il mantenimento nell'organico mio, di Calvarese e di Giacomelli, quando, in realtà, la relazione che avevano presentato i due valutatori parla di me Giacomelli e Calvarese a casa. Morganti mi ha chiamato e mi ha detto “Alla fine dell'anno smetti di arbitrare per la massima permanenza nel ruolo come arbitro".

Dimissioni di Rocchi e commissariamento 

L'ex arbitro invita il designatore Gianluca Rocchi a "fare gesti forti" come il suo ovvero a dimettersi. E invoca il commissariamento dell'Aia. "Commissariamento subito, immediatamente - ha detto Abbattista -. Perché siamo in uno stato di confusione che richiede, in questo momento, un intervento di pulizia generale. In questo momento non siamo all'altezza di gestire una competizione elettorale. La cosa che serve oggi è riscrivere le regole dell'associazione, con principi di equità, con il senso di giustizia. Dotare l’Aia di un organismo di controllo e di revisione terzo, al di sopra delle parti, lo dobbiamo anche agli italiani, ai tifosi, perché siamo un'associazione di diritto pubblico. Abbiamo dimostrato in vent'anni di aver fallito. Se vogliamo riacquistare la credibilità all'esterno, dobbiamo avere il coraggio in questo momento di partire da zero".  

Notizia tratta da tiscali.it
© Riproduzione riservata
20/03/2024 10:22:06


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