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Gli italiani viaggiano sul web: il turismo online vale 10,3 miliardi di euro

Buona parte della crescita del settore arriva dal digitale. Il rapporto dell’Osservatorio Innovazione Digitale del Politecnico di Milano

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Un tesoretto da oltre dieci miliardi, una fetta importante del turismo italiano che, complessivamente, chiuderà l'anno con ricavi superiori ai cinquantadue miliardi. Archiviati i timori delle fregature via internet e messe da parte le incertezze tecnologiche, gli italiani hanno scoperto che per viaggiare bisogna passare dal web. E ci si sono buttati con entusiasmo, a caccia di offerte, pacchetti, itinerari. C'è stata un po' di diffidenza, ma ora arrivano i primi frutti: se il settore chiuderà il 2016 con un incremento del 3%, buona parte del merito spetta ai canali digitali, che fanno un balzo dell'8 per cento a quota 10,3 miliardi. Tanto, ma non abbastanza, visto che ci sono praterie da aggredire.

A fotografare lo stato di salute del comparto è l'Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano. A fare la parte del leone è ancora il mondo dei trasporti raccoglie il 72% del mercato (in crescita del 9% a valore), seguito dalle strutture ricettive con il 16% (+6%) e dai pacchetti viaggio con il 12% (+10%). Traduzione: siamo pronti a prenotare un volo, eppure non abbiamo ancora abbastanza opportunità quando si tratta di selezionare hotel e soluzioni complete. «La situazione è chiara: da una parte i consumatori finali di servizi turistici digitali in Italia sono molto vivaci, dinamici, attenti e cambiano velocemente per adattarsi alle nuove opportunità' offerte dal digitale; dall'altra parte l'offerta, nonostante abbia introdotto miglioramenti rilevanti negli ultimi anni, fatica a tenere il passo della domanda» spiega Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

Se all'interno del settore trasporti non cambia la suddivisione tra i diversi mezzi (80% aereo, 17% treno, residuale il resto), all'interno del mercato delle strutture ricettive diminuisce il peso del comparto alberghiero rispetto a quello extra-alberghiero, dal 70% del 2015 al 63% di quest'anno.

Questo cambiamento è in parte dovuto anche alla sempre maggiore diffusione e all'utilizzo crescente delle piattaforme di sharing economy, soprattutto Airbnb: costituiscono già circa un sesto del mercato digitale delle strutture ricettive.

Nell'edizione 2016, l'osservatorio ha studiato il «Digital Tourist Journey» degli italiani, concentrando l'attenzione sulle vacanze brevi cui, negli ultimi dodici mesi, non ha rinunciato oltre il 97% degli italiani connessi a Internet. Secondo lo studio ispirazione, ricerca e prenotazione sono già molto digitali, (rispettivamente il 67%, 83% e 84% dei turisti digitali utilizza Internet) e lo stanno diventando anche le fasi durante e post-viaggio. Condivisione dell'esperienza, scrittura di recensioni e risposta a sollecitazioni commerciali post-viaggio riguardano rispettivamente il 34%, 37% e 39% dei viaggiatori.

Dal confronto internazionale emerge una nota chiaramente positiva: non esiste un digital divide italiano nell'utilizzo dei servizi turistici; il turista digitale italiano utilizza infatti il digitale sostanzialmente in linea con quanto avviene negli altri Paesi europei.

C'è però da migliorare quando si parla di strutture ricettive. Vero, cresce l'attenzione verso le attività di customer care, realizzate nell'84% dei casi, e cambiano anche le modalità con cui sono effettuate, ad esempio passando dal questionario alle recensioni.

Eppure resta ferma al 23% la quota di strutture che contattano il cliente a ridosso del viaggio per offrire servizi aggiuntivi e solo il 49% ha un proprio sito web dotato di un sistema di prenotazioni online che abilita a controllare la disponibilità delle stanze.

Altro problema: solo il 57% degli agriturismi e dei B&B è in grado di accettare pagamenti elettronici, con un'accentuazione del problema nel sud del Paese (50%). «C'è ancora molto da fare- spiega Filippo Renga, Direttore dell'Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano -. Oltre il 50% delle attività ricettive e della ristorazione del nostro Paese non sono presenti sui portali Internet che raccolgono le recensioni degli utenti, non invitano i clienti a pubblicare i loro giudizi e spesso non rispondono a recensioni negative che rischiano di influenzare pesantemente chi sta pianificando la propria vacanza. E' urgente colmare il disallineamento tra varie componenti della domanda e dell'offerta digitale per migliorare la competitività' di tutto il settore».

E Francesca Benati, Ceo di Amadeus e consigliere Netcomm, aggiunge: «In termini generali, la maggior parte degli operatori digitali si concentrano ampiamente sulla fase pre-viaggio, mentre manca un profondo utilizzo del monitoraggio e l'aggiustamento dei parametri generato dalle tecnologie digitali disponibili, insieme con un adeguato uso dei Big Data, fattori che permetterebbero alle agenzie di massimizzare il profitto e assecondare la domanda». La Stampa

Redazione
© Riproduzione riservata
14/10/2016 16:02:56


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