Saracinesche abbassate nei nostri centri storici...
I Negozi se ne vanno dai centri storici. Succede nelle città di provincia italiana prese in esame da un recente rapporto di Confcommercio. Dal 2008 al 2016, in 8 anni, il 15% dei negozi dei centri storici di 40 piccole e medie città hanno definitivamente chiuso. In periferia il calo e' stato un po' piu' lieve (del 12%). Chi resiste? Alberghi, bar, ristoranti, negozi di pc, telefonia e farmacie. Chi crolla? Abbigliamento e tessili, libri, cartolerie e giocattoli. Di controparte al sud sono aumentati pero' i venditori ambulanti, specie in Puglia e Sicilia nell'85% dei centri storici (25% circa nelle provincie). Ma e' il mezzogiorno a perdere piu' negozi nel centro storico, rispetto al nord ovest dove la diminuzione e' stata minore e dove sono diminuiti gli ambulanti. Sta di fatto che, al di là dei dati nazionali, la diminuzione dei negozi nei centri storici modifica profondamente la bellezza dei centri stessi, la qualita della vita dei suoi residenti, l'aspetto turistico. Cosa si potrebbe fare? Servirebbe un ripopolamento Commerciale delle città assieme ad agevolazioni fiscali. Bisognerebbe incidere sulle cause che hanno progressivamente creato questa situazione, quali gli affitti elevati degli immobili, il ciclo economico o l'età media dei residenti. Perdere i negozi, specie quelli storici, dei nostri centri cittadini e' un segnale di vuoto, di grave perdita culturale. Una desertificazione preoccupante che rende ciascun abitante ancora più' povero e più solo.
Monia Mariani
Appassionata di scrittura e narrativa e, da sempre, interessata a tematiche sociali. Ha finora pubblicato tre romanzi biografici. Il Maestro (2008), ispirato alla vita del biturgense Gino Tarducci, La Leggenda di Zillone (2010) autobiografia dell’ex pugile professionista Pietro Besi, e La Tortuga (2013) ispirato alla vita del fiorentino Giacomo Papini, cercatore di diamanti in Venezuela. Sta lavorando ad altre storie da raccontare.
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