Opinionisti Claudio Cherubini

A Sansepolcro un Caravaggio falso?

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Da domenica 12 febbraio fino al prossimo 4 giugno il museo civico di Sansepolcro espone la tela di Michelangelo Merisi da Caravaggio: Ragazzo morso da un ramarro. La mostra si intitola "Nel segno di Roberto Longhi. Piero della Francesca e Caravaggio" e propone "un inedito accostamento", come lo definisce la curatrice Maria Cristina Bandera, fra i due artisti riscoperti e studiati dal noto storico dell'arte vissuto nel XX secolo.

Un'altro dipinto del Ragazzo morso da un ramarro è in mostra alla National Gallery di Londra. Sono due tele identiche e l'unica differenza è il colore rosa che è più chiaro nella versione italiana e più intenso, più rosa, in quella inglese.

Tutte le pubblicazioni in merito hanno finora affermato che la prima tela,  realizzata all'inizio dell'ultimo lustro del XVI secolo, acquistata da Roberto Longhi per la sua collezione  d'arte intorno al 1928 e che oggi è in mostra a Sansepolcro, sia di certo opera del Caravaggio. L'altro quadro esposto nel museo londinese invece si dice successivo, anche se di poco, e forse non attribuibile all'artista milanese.

Fino ai primi di gennaio di quest'anno l'opera esposta al museo civico della città valtiberina era in mostra nella Pinacoteca "Podesti" di Ancora. Con un'intervista rilasciata al quotidiano il "Resto del Carlino" il 5 ottobre 2016 Vittorio Sgarbi uscì dal coro e affermò che la tela proviente dalla Fondazione Longhi sarebbe un falso. Un'opinione a suo dire condivisa da "molti altri critici", ma che nessuno ha il coraggio di dire per l'autorevolezza di Roberto Longhi, uno dei massimi esperti del Caravaggio ma per Sgarbi anche il Longhi "in cuor suo" dubitava.

Per Sgarbi l'attribuzione di queste due versioni del Ragazzo morso da un ramarro andrebbero rovesciate: a Londra quello sicuramente autentico, in Italia una copia forse della bottega del Caravaggio o di un imitatore. Il quadro sicuramente autentico è quello di Londra semplicemente perchè è più bello: "non si capisce per quale motivo il Caravaggio avrebbe dovuto farne un secondo più brutto".

Tuttavia anche la tela che Sgarbi giudica una copia è un capolavoro che "racchiude il pensiro di Caravaggio, un quadro che apre la strada alla fotografia".

In attesa di scoprire l'attribuzione certa di quest'opera, Sgarbi giudicò l'operazione messa in piedi dal comune di Ancora che per molti aspetti è analoga a quella fatta a Sansepolcro, poco sensata, anche se di valore, perché propone "una sola opera del Caravaggio che però non è sua. Se avesse fatto una mostra sul maestro milanese con cinque opere di cui una non certamente del Merisi, non sarebbe stato un problema, ma proporre solo questa non ha senso".

Redazione
© Riproduzione riservata
10/05/2017 13:33:23

Claudio Cherubini

Imprenditore e storico locale dell’economia del XIX e XX secolo - Fin dal 1978 collabora con vari periodici locali. Ha tenuto diverse conferenze su temi di storia locale e lezioni all’Università dell’Età Libera di Sansepolcro. Ha pubblicato due libri: nel 2003 “Terra d’imprenditori. Appunti di storia economica della Valtiberina toscana preindustriale” e nel 2016 “Una storia in disparte. Il lavoro delle donne e la prima industrializzazione a Sansepolcro e in Valtiberina toscana (1861-1940)”. Nel 2017 ha curato la mostra e il catalogo “190 anni di Buitoni. 1827-2017” e ha organizzato un ciclo di conferenza con i più autorevoli studiosi universitari della Buitoni di cui ha curato gli atti che sono usciti nel 2021 con il titolo “Il pastificio Buitoni. Sviluppo e declino di un’industria italiana (1827-2017)”. Ha pubblicato oltre cinquanta saggi storici in opere collettive come “Arezzo e la Toscana nel Regno d’Italia (1861-1946)” nel 2011, “La Nostra Storia. Lezioni sulla Storia di Sansepolcro. Età Moderna e Contemporanea” nel 2012, “Ritratti di donne aretine” nel 2015, “190 anni di Buitoni. 1827-2017” nel 2017, “Appunti per la storia della Valcerfone. Vol. II” nel 2017 e in riviste scientifiche come «Pagine Altotiberine», quadrimestrale dell'Associazione storica dell'Alta Valle del Tevere, su «Notizie di Storia», periodico della Società Storica Aretina, su «Annali aretini», rivista della Fraternita del Laici di Arezzo, su «Rassegna Storica Toscana», organo della Società toscana per la storia del Risorgimento, su «Proposte e Ricerche. Economia e società nella storia dell’Italia centrale», rivista delle Università Politecnica delle Marche (Ancona), Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi “G. d’Annunzio” (Chieti-Pescara), Università degli Studi di Macerata, Università degli Studi di Perugia, Università degli Studi della Repubblica di San Marino.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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