Opinionisti Giacomo Moretti

Quel 24 Agosto...

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Erano le ore 03:36 e 32 secondi del 24 agosto 2016. Una data indimenticabile.

Una data che, come tante altre, ha segnato tristemente e in maniera indelebile la storia della nostra amata Italia.

Quei numeri che inizialmente non permettevano di capire la gravità di quanto era successo (magnitudo 6.0 Scala Richter) e quei 4 Km di profondità, di lì a poco si sarebbero rivelati in tutta la loro drammaticità.

In Valtiberina il sisma lo avevamo sentito forte e chiaro.

Tutti svegli.

Per gli amanti dei social iniziavano gli scambi di messaggi allarmati su profili sempre più intasati da commenti e sfoghi relativi alle reciproche paure.

Messaggi scritti più per cercare conforto in "amici" che non per reali esigenze di soccorso.

Qui da noi c'è stata solo una gran paura. Non così nelle zone colpite.

Un terremoto.

Una scossa forte e profonda tale da provocare il crollo di montagne, spaccature larghe e profonde nel terreno.

Uno scuotimento che lascerà segni indelebili sui Monti della Langa, con crolli e fratture lunghe chilometri su tutta la faglia.

E così, in tutto il mondo si cominciano a conoscere nomi di luoghi che magari ai più erano sconosciuti.

Anche per coloro che quella notte erano svegli per reperire notizie, appariva sempre più chiaro che non si trattava della solita scossa in Valtiberina, ma si trattava di qualcosa di più.

E così cominciano a girare i nomi dei comuni colpiti.

Accumuli e Amatrice, ma non solo.

L'elenco dei comuni colpiti crescerà di ora in ora, un vero e proprio bollettino di guerra. Quattro regioni colpite: Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo per un totale di 62 comuni devastati (fonte "Allegato 1 del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189 – Elenco comuni colpiti dal sisma del 24 agosto 2016").

Un intero territorio colpito.

Intere comunità sconvolte nei propri affetti.

Perché l'effetto più devastante sono stati i 300 morti e i centinaia di feriti, tra i quali molti porteranno per sempre i segni di quella terribile notte.

Ma se da una parte i ricordi di quella notte e di quei gironi sono terribili, dall'altra ci sono state reazioni che non possiamo sottacere.

Gli italiani, sì proprio noi che in regime di vita normale ci lamentiamo di tutto e di tutti.

Noi che permettiamo che facciano notizia solo i cialtroni da tastiera, ci siamo mobilitati in massa per aiutare i nostri concittadini, o per dirla alla Mameli per i nostri "fratelli".

Si è messa in moto una macchina di aiuti portentosa. A cominciare dagli interventi di primo soccorso dei nostri Vigili del Fuoco che hanno estratto centinaia di persone da sotto le macerie anche dopo decine di ore di lavoro, scavando a mani nude.

Interventi posti in essere da tutti i Corpi dello Stato, coordinati dal sistema della Protezione Civile Nazionale, che in queste occasioni mostra efficacia ed efficienza.

Tutti hanno lavorato, e lo hanno fatto BENE!!!

Per non parlare del soccorso posto in essere dagli equipaggi del 118 con le nostre autoambulanze.

In tal senso vale la pena ricordare che tali equipaggi sono formati, nella maggioranza di casi, da volontari, persone che dedicano del tempo gratuitamente agli altri.

Sono partite carovane di aiuti da tutta Italia, organizzate sia da soggetti istituzionali che dalle innumerevoli associazioni di volontariato.

Un intero Paese mobilitato, spinto ad aiutare il prossimo, con persone che hanno rinunciato al proprio tempo e denaro per dedicarsi agli altri.

Una mobilitazione unica, messa in atto da persone che, probabilmente, nei giorni normali non fanno notizia.

Persone che "non si espongono".

Persone che sono tra noi.

Persone che sono quell'Italia migliore, persone che avremmo bisogno di conoscere come il pane per apprezzarne le attività, ogni giorno.

Che dire poi delle raccolte di cibo. Per la prima volta, almeno che io ricordi, la Protezione Civile fu costretta ad invitare le persone a non portare più cibo nei centri di raccolta, tale fu la quantità di generi alimentari raccolta fin dalle prime ore.

Per non parlare della raccolta di sangue. Emblematiche le code nei centri trasfusionali di tutta Italia per garantire ai feriti l'accesso a questa preziosissima risorsa. Sarebbe bello che tale gesto di solidarietà perdurasse nel tempo, visto che di sangue c'è sempre bisogno, non solo quando si tratta di fronteggiare simili eventi.

Nei giorni successivi poi, volontari specializzati, medici, psicologi, infermieri, ingegneri, architetti etc. etc. si sono recati nei posti colpiti mettendo a disposizione gratuitamente la propria professionalità.

Insomma, abbiamo visto l'Italia migliore venire fuori. Quell'Italia che fornisce i mezzi per addestrare i migliori Vigili del Fuoco del mondo e che nelle varie discipline dimostra di saper formare professionalità di altissimo livello. Quell'Italia che è formata anche da chi è disposto a dividere "il proprio tozzo di pane" con chi vive un momento di difficoltà.

A me piace questa Italia.

Quella che si rimbocca le maniche, quella che reagisce.

Sì, a me piace questa Italia e spero che si faccia sempre più sentire anche nella vita di tutti i giorni.

Abbiamo bisogno che questa Italia si faccia sentire sempre e costantemente, non solo nei momenti di difficoltà. Abbiamo bisogno che si impegni sempre di più, che cominci a fare rumore, a dire la sua e ad entrare nelle istituzioni.

Se questa Italia si muovesse, se questa Italia non avesse paura, se questa Italia avesse più rappresentanti nelle istituzioni, nei posti chiave dove si assumono le decisioni, forse oggi, ad un anno dal terribile sisma, le cose andrebbero meglio.

Non possiamo avere la mobilitazione dell'Italia migliore solo nei momenti di crisi e lasciare la gestione dell'ordinario all'Italia mediocre, ivi compresi i codardi e cialtroni da tastiera.

Se l'Italia migliore avesse un ruolo anche nella gestione ordinaria del Paese, penso che potremmo vivere e dimostrare al mondo che siamo un popolo straordinario.

Abbiamo bisogno di una "scossa positiva" che impegni ciascuno di noi al servizio del Paese.

Se lottassimo uniti come facciamo nei momenti di crisi, saremmo davvero i numeri uno al mondo.

Forza Italia migliore, sappiamo che ci sei. È arrivato il momento di fare rumore.

Redazione
© Riproduzione riservata
25/08/2017 09:57:01

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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