Opinionisti Olinto Gherardi

Social, Asocial & Code di paglia …

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Da non più giovane curioso sono dovuto, voluto entrare nel semplice complesso mondo virtuale della rete, cercando di navigare, da marinaio inesperto, cercando di rimanere a galla evitando marosi deleteri e pericolosi. Un amico mi introdusse sul social Facebook, spiegandomi per sommi capi di cosa si trattasse, cosa trattasse, ma non come trattasse i naviganti che solcavano questo mare di parole, immagini, aforismi, bufale, dove si possono trovare ricette di cucina, fotografie, musica, video, opinioni interessanti, altre non richieste e scomode, ma anche insulti a volte, dove è possibile riallacciare rapporti con conoscenti o concittadini lontani, creare amicizie virtuali ed inimicizie altrettanto virtuali. Ma, c'è sempre un ma in tutte le cose e in questo travolgente e frettoloso mondo della rete non tutti si trovano a loro agio, non tutti dimostrano nel tempo una coerenza stabile, finendo per mostrare la loro vera identità non solo virtuale, ma anche reale, che appare appunto molto poco virtuale e virtuosa. Non voglio star qui a fare la morale a chicchessia, in quanto anch'io sono un chicchessia che frequenta questo mondo e come tale fallace, criticabile, esecrabile, poco tollerante verso la critica mirata alla polemica, un po' come tutti quindi, non mi tiro fuori dal mucchio, ne faccio parte. Sinceramente per me FB è stato un grande aiuto per il mio hobby di scrittura, è infatti dalle pagine virtuali del Ghiozzo che ho cominciato a pubblicare le mie composizioni ed a farle conoscere in giro, passando poi per Saturno, Il Fendente, Valtiberina Informa, fino ad arrivare alla mia prima e poi alla seconda pubblicazione di raccolta poetica usando FB quale vetrina pubblicitaria e veicolo di divulgazione, nel quale vi è tutt'ora la mia pagina dedicata unicamente alla poesia, sempre seguita ed apprezzata. Quindi partendo da questo presupposto ho ritenuto la piattaforma social un benefit aggiuntivo, un mondo quasi giocoso, ma serio, che mi permetteva e permette di essere presente con gli altri in maniera leggera ed al contempo interessante. Dopo dieci anni queste mie convinzioni stanno vacillando a fronte di situazioni quanto meno antipatiche che sempre più frequenti inquinano questo mondo che io credevo esente da invidie a malignità, ma che invece, se affronti determinati argomenti, se tocchi tasti dolenti, se critichi qualcosa che ai tuoi occhi risulta distorto, ti trovi sotto il fuoco di fila di coloro che si sentono lesi nella loro maestà, nella loro posizione sociale, in quella politica, ed è sorprendente scoprire in un attimo le Gianiche immagini che molti insospettabili recano seco ed abilmente riescono a nascondere. Non amo discutere per principio, non amo la polemica fine a se stessa, non tollero bugie, voltafaccia, manipolazioni, ma al contempo non mi tiro indietro se trascinato nel marasma e conseguentemente dico la mia, rispondo e contrasto a tono, espongo le mie ragioni senza alcuna pretesa di avere io la ragione, rispettando sempre il dire altrui fin quando lo stesso non risulta offensivo o denigratorio, cosa che il destinatario il più delle volte sembra non capire o non voler capire e finisce che dalla mera discussione di un qualsiasi argomento ti ritrovi a litigare per futilità abnormi, quali, ad esempio, l'appartenenza politica o sportiva, il che è sinceramente troppo per il mio modo di vivere il Social. Ho notato negli anni l'abbruttimento comportamentale dei webnauti i quali sembra non intendano più rispettare quel contraddittorio che è il sale della sana discussione vertente a qualsiasi argomento, vogliono semplicemente importi la loro verità, naturalmente insindacabile, per ciò sei tu che sbagli, non capisci, travisi, offendi la loro intelligenza e buona fede, rendendoti antipatico, arrogante e poi anche estremista per certi versi e determinati argomenti. Umberto Eco aveva detto una cosa giusta relativamente ad Internet che all'inizio non condividevo, ma che mi vedo costretto a rivalutare, non perché io consideri gli altri utenti in maniera negativa, ma perché spesso, sempre più spesso sono loro con il loro fare e dire a portarti a farlo. Siamo all'esasperazione dell'insignificante, diamo importanza alle inezie e non consideriamo le gravità, soprattutto nessuno pare più disposto ad ammettere di sbagliarsi o di eccedere in certi giudizi e questo è anche il frutto dello pseudo anonimato che pensiamo il web ci fornisca essendo fra le quattro mura di casa a pontificare, ad insultare, i famosi leoni da tastiera che vis a vis sarebbero giustamente meno leoni, magari testardi, ma non aggressivi e scostanti. Vorrei provare un black out di qualche mese per vedere l'effetto che farebbe sui naviganti costretti obtorto collo a tornare al dialogo live con interlocutori viventi e non virtuali, così da rendermi conto se siamo rimasti ancora umani oppure dei potenziali terroristi pronti ad accoltellare chi non la pensa come te. Vorrei anche che tutti tornassimo a ragionare con il proprio organo pensante, in quanto siamo capaci di usarlo nella maniera migliore, se lo vogliamo; stiamo tranquilli perché siamo solo pedine in una scacchiera, illusi di muoverci autonomamente ... e non è così. Grazie per l'attenzione.

Redazione
© Riproduzione riservata
31/08/2017 09:04:15

Olinto Gherardi

Operaio – Scrittore - Apolitico – 21 anni nel Gruppo Sbandieratori di Sansepolcro dall’avvento del Dott. Piero Gennaioli - Scrittore di poesie - Due pubblicazioni nel 2013(Lo Sbandieratore di Emozioni) e 2015 (All’ombra della Torre) con lo pseudonimo di Uguccione de’ Fiaschi – Collabora alla mostra fotografica di Francesca & Angelo Petruzzi, ManiAnime del Borgo 2016 – Attenzione rivolta al territorio, al Borgo ed al suo patrimonio artistico; diretto e chiaro nell’esposizione del pensiero critico, ma costruttivo. Fotografo amatoriale per hobby-Calcio e Pallavolo gli sports seguiti in prevalenza. redazione@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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