Opinionisti Claudio Cherubini

Da qui in tutto il mondo: il successo del marchio Buitoni

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Dopo il successo dei primi due incontri con il prof. Giorgio Sacchetti dell'Università di Padova e con il prof. Francesco Chiapparino dell'Università Politecnica delle Marche, continua il ciclo di conferenze sulla storia della Buitoni che si tengono a Sansepolcro il sabato alle ore 17 nei locali della mostra per il 190° anniversario della nascita del pastificio Buitoni, allestita a palazzo Inghirami. Siamo arrivati a metà e il bilancio è molto soddisfacente: all'alto livello qualitativo dei relatori ha risposto un pubblico numeroso, attento e partecipe.

Gli incontri proseguiranno nei prossimi due fine settimana e sabato 21 ottobre sarà la volta del prof. Renato Covino dell'Università di Perugia, uno dei primi e fra i più importanti ricercatori sulla storia della Buitoni e della Perugina.

Con lui parleremo dei successi del gruppo Buitoni, un gruppo fra i più grandi dell'industria alimentare del Novecento, il primo ad affermarsi sul panorama internazionale.

"Da qui in tutto il mondo" era uno slogan che campeggiava davanti allo stabilimento di Sansepolcro nei primi anni del secondo dopoguerra e rappresentava l'ambizione della quarta generazione dei Buitoni. Il processo era stato avviato negli anni Trenta quando la Buitoni, anche in questo caso precorrendo i tempi, iniziò a mettere le radici come multinazionale, per di più in un periodo "certamente non favorevole sul piano politico e con fondi scarsi stante il regime di restrizioni valutarie", come commentò Giampaolo Gallo che insieme al prof. Covino scrisse nel 1990 il primo libro sulla storia della Buitoni e della Perugina intitolato "Sulla bocca di tutti".

Del resto Giovanni Buitoni jr. aveva da sempre rimproverato allo zio Silvio di non aver accettato l'invito di Luigi Fatti a fondare insieme una fabbrica di pasta nel Transvaal (regione nord-orientale del Sudafrica). Infatti già dalla fine dell'Ottocento Luigi Fatti, un 'emigrante' di Sansepolcro, era direttore della Italian Producer & General Merchant Co. Ltd. di Johannesburg e importava dall'Italia vari prodotti alimentari ed era agente esclusivo per il Sud Africa per: "The renowned Buitoni's Macaroni Fabric (the most highly prized at Chicago, London and Paris exhibitions, also for its delicious Buitoni's glutinous pastes industrial patent; the finest and most nourishing ingredients for making soup). A large assortment always on hand", come si legge nella carta intestata.

Il primo stabilimento all'estero della Buitoni fu aperto in Francia. L'idea del 1931 si concretizzò il 26 novembre 1934 con la costituzione della Société Française de Produits Buitoni e l'apertura del pastificio a Saint Maur des Fossés, alla periferia di Parigi, che in circa tre anni entrò a pieno regime produttivo, anche grazie a qualche operaio specializzato, come ad esempio Caterina Zoi, che lasciò Sansepolcro per andare ad addestrare il personale francese. All'Esposizione Mondiale del 1937 a Parigi, la Buitoni aveva il padiglione proprio sotto la torre Eiffel dove offriva «gratuitamente un piattino di spaghetti cotti e conditi a chiunque lo desiderasse», come raccontò Giovanni Buitoni che sosteneva che da quest'idea propagandistica ebbe avvio il successo della Buitoni francese.

Negli anni successivi la Buitoni pensò al mercato americano per espandere ulteriormente la propria attività. Da una parte la chiusura imposta dal regime del concorso delle figurine dei quattro moschettieri aveva portato Giovanni Buitoni, fino ad allora entusiasta sostenitore del Fascismo, a scontrarsi con il regimecontro cui già da qualche anno viveva un rapporto conflittuale in campo politico-amministrativo; per di più motivi di salute, dissensi familiari e l'interesse a visitare impianti per la produzione di cioccolata, spinsero l'imprenditore, nel maggio 1939, a 'espatriare' negli Stati Uniti e a rimanerci fino a farla diventare residenza stabile.

Già sul finire dell'Ottocento Bindo Buitoni (1864-1938), figlio di Giovanni sr., aveva tentato con scarso successo di esportare i prodotti Buitoni oltre oceano partecipando alle esposizioni di Chicago e di New York. Giovanni Buitoni, ad un mese dal suo arrivo negli USA, organizzò il padiglione Buitoni-Perugina all'esposizione mondiale del 1939 di New York e per gestire i due punti di vendita creò la Buitoni Spaghetti Inc., raccogliendo capitali  «fra i personaggi più in vista della comunità italiana», come racconta nella sua biografia. Il mercato americano mostrò subito le sue enormi possibilità. Nello stesso tempo sempre a New York, nel settembre 1939, venne aperto un negozio della Perugina nella Fifth Avenue e il mese dopo un ristorante Buitoni a Times Square, dove pagando venticinque centesimi si potevano mangiare quanti spaghetti si voleva. Venne anche aperta una piccola fabbrica di sughi a Brooklyn, diretta da Giulio Chiasserini, cugino di Giovanni Buitoni. Fu l'inizio di un connubio tra la cucina tradizionale italiana e la necessità della produzione industriale: era la nascita della 'cucina pronta Buitoni'. Intuizione che era venuta al figlio di Luisa Spagnoli, Mario, direttore tecnico della Perugina, che nel 1930 aveva brevettato la «scatola di cottura», presentata l'anno successivo alla fiera di Milano. Questo nuovo prodotto avrebbe avuto lo scopo di educare i ristoratori alla cottura della pasta: era stata pensata una lattina divisa in due scomparti con sopra il sugo e sotto gli spaghetti; si doveva immergere la «scatola» per dodici minuti in acqua mantenuta in costante ebollizione; così il sugo si mescolava agli spaghetti e si completava la cottura sia del sugo che della pasta. Come recitava la documentazione allegata al prodotto, "il principio scientifico su cui l'invenzione si basa, permette anche ai profani della cucina di cuocere con facilità la pasta secondo l'uso italiano, con risultati perfetti" e chiosava sottolineando che "si mantiene indefinitivamente".

Negli USA Giovanni Buitoni fondò, agli inizi del 1941, la Buitoni Foods Corporations per la produzione di pasta minus amid (una pasta «con l'otto per cento di proteine in più della pasta comune», spiegò lui stesso) e di alimenti in scatola e surgelati.

Anche se la guerra creò subito grosse difficoltà, la Buitoni americana si diffuse sul mercato d'oltreoceano, tanto che quando gli americani liberarono Roma si stupirono nel trovare anche qui in Italia il marchio Buitoni.

Così prima della seconda guerra mondiale la Buitoni era presente in cinque città: Sansepolcro, dove era nata, Perugia, Roma, Parigi e New York.

Passata la seconda guerra mondiale la Buitoni riprese il suo processo di crescita basato sul proprio marchio storico che rappresentava esso stesso una garanzia di qualità per l'alimentazione dietetica e dell'infanzia. Nel 1954 vennero introdotti nel mercato i prodotti a marchio Nipiol, da un'idea che Bruno Buitoni jr. aveva sviluppato dopo la visita degli stabilimenti americani della Beech-Nut e della Gerber. La prima linea in Italia di prodotti specifici per bambini dall'allattamento allo svezzamento, fu subito un successo. Con i prodotti Nipiol, di nuovo la Buitoni fu all'avanguardia sul mercato alimentare italiano dove per la prima volta comparvero alimenti precotti e predigeriti per lo svezzamento.

L'espansione della Buitoni sul mercato italiano permise il consolidamento della presenza anche sui mercati francesi e statunitensi e ci fu anche il tentativo di penetrare nel mercato africano, in quello del Regno Unito e della Spagna. Il pastificio di Sansepolcro si affermò come il principale esportatore italiano, anche se ben presto verrà sorpassato da Barilla, il suo concorrente principale.

Sabato 21 ottobre alle ore 17 approfondiremo questi temi con il prof. Renato Covino e mostreremo come la grandezza del marchio Buitoni non deve essere sottovalutata e perché Sansepolcro deve valorizzare la storia economica ad esso legata, un marchio che ha reso famosa Sansepolcro in tutto il mondo.

Redazione
© Riproduzione riservata
16/10/2017 14:06:52

Claudio Cherubini

Imprenditore e storico locale dell’economia del XIX e XX secolo - Fin dal 1978 collabora con vari periodici locali. Ha tenuto diverse conferenze su temi di storia locale e lezioni all’Università dell’Età Libera di Sansepolcro. Ha pubblicato due libri: nel 2003 “Terra d’imprenditori. Appunti di storia economica della Valtiberina toscana preindustriale” e nel 2016 “Una storia in disparte. Il lavoro delle donne e la prima industrializzazione a Sansepolcro e in Valtiberina toscana (1861-1940)”. Nel 2017 ha curato la mostra e il catalogo “190 anni di Buitoni. 1827-2017” e ha organizzato un ciclo di conferenza con i più autorevoli studiosi universitari della Buitoni di cui ha curato gli atti che sono usciti nel 2021 con il titolo “Il pastificio Buitoni. Sviluppo e declino di un’industria italiana (1827-2017)”. Ha pubblicato oltre cinquanta saggi storici in opere collettive come “Arezzo e la Toscana nel Regno d’Italia (1861-1946)” nel 2011, “La Nostra Storia. Lezioni sulla Storia di Sansepolcro. Età Moderna e Contemporanea” nel 2012, “Ritratti di donne aretine” nel 2015, “190 anni di Buitoni. 1827-2017” nel 2017, “Appunti per la storia della Valcerfone. Vol. II” nel 2017 e in riviste scientifiche come «Pagine Altotiberine», quadrimestrale dell'Associazione storica dell'Alta Valle del Tevere, su «Notizie di Storia», periodico della Società Storica Aretina, su «Annali aretini», rivista della Fraternita del Laici di Arezzo, su «Rassegna Storica Toscana», organo della Società toscana per la storia del Risorgimento, su «Proposte e Ricerche. Economia e società nella storia dell’Italia centrale», rivista delle Università Politecnica delle Marche (Ancona), Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi “G. d’Annunzio” (Chieti-Pescara), Università degli Studi di Macerata, Università degli Studi di Perugia, Università degli Studi della Repubblica di San Marino.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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