Opinionisti Francesco Del Teglia

Confessioni di un elettore...

Una corsa a chi la spara più grossa

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Fra poco più di un mese l’appuntamento con il voto per le Politiche. C’è da esserne contenti? Bè, già è qualcosa che si torni a dire la nostra – come cittadini – dopo intere legislature dove hanno deciso tutto nelle “segrete stanze” non degnandosi di interpellarci. Detto ciò, confesso che trovo pochi motivi per essere ben predisposto verso quest’evento. Ed è forse la prima volta che mi succede in tanti anni ormai – haimè, l’età avanza, anzi ormai galoppa – di appuntamenti con le urne. La Politica mi piace, mi ha sempre attratto. Dai tempi in cui, ancora ragazzo, seguivo con interesse le Tribune condotte da Ugo Zatterin sulla Rai. Un’altra tv, un’altra Italia, altri partiti, altri leader politici, da Moro a Berlinguer, da Nenni a La Malfa (senior), da Malagodi ad Almirante. Poi la Politica l’ho anche frequentata professionalmente, soprattutto quella più locale e pure a queste latitudini, come ho già scritto una volta, il livello era molto più elevato. Ma adesso? Faccio fatica, lo ammetto. E sarà senz’altro colpa mia, anche se sento in giro che c’è molta disaffezione verso questa nobile professione e soprattutto verso i suoi attuali esponenti. Il Presidente della Repubblica, Mattarella, di recente ha esortato gli italiani al voto. Tutto giusto Presidente. Però mi auguro, caro Presidente, che lei esorti anche i politici di turno a far sì che il popolo sia attratto da chi mi sa che ha scambiato quella che dovrebbe essere una missione al servizio del Paese per la ricerca di un posto di lavoro, fra l’altro retribuito in maniera esagerata e immorale.  Vabbè, torniamo a questo voto. Intanto c’è una legge elettorale che pare un’autentica jungla, dove sembra proprio che il cittadino-elettore abbia ancora una volta scarsa voce in capitolo. L’impressione è che il futuro Parlamento sarà composto più da nominati che da scelti. Per cui partiamo male. Poi le forze in campo. C’è un partito, anzi un movimento, che se ne sta orgogliosamente e forse anche presuntuosamente da solo. Il M5S ovvio, i “puri” che non hanno mai governato sin qui l’Italia, che si sono affacciati da poco alla ribalta – soprattutto perché i partiti storici o sono evaporati oppure hanno discretamente fallito – che hanno nel frattempo conquistato qualche roccaforte locale (denotando anche discrete difficoltà nell’amministrare, Roma docet), e che tutti i sondaggi danno come primo partito. Confesso che li conosco poco, intendo come persone-candidati, ma anche in questo caso ripeto che sarà colpa mia, perché magari la politica via web mi attrae il giusto. Il Centrosinistra. Qui siamo in difficoltà, pure grossa. Il Centrosinistra è ormai un ricordo sbiadito, che risale all’era dell’Ulivo. C’è un partito, il Pd, che guida ma fa una fatica tremenda. I sondaggi non sono teneri con Renzi e la sua corte. L’uomo di Rignano ha perso pezzi al suo interno, ha perso quasi del tutto la Sinistra che, com’è triste abitudine, si divide in mille rivoli e accetta il masochistico scenario di perdere pur di farla pagare al lider maximo mai gradito. E poi vedo che l’aretinissima Maria Elena Boschi viene candidata in una area geografica sud tirolese. Qualcosa tocca sullo stato di salute di questo partito. Infine il Centrodestra, la più coalizione di tutte, quella che quando c’è da fare quadrato è più solida di Custer a Little Big Horn, e che i soliti sondaggi danno per adesso in vantaggio. Però, anche qui, suvvia. A tirare le fila del progetto e a dettare la linea è ancora in campo un arzillo ma ormai datato 80enne, caso unico in tutto il globo terracqueo. Esempio calzante di quanto l’Italia sia Paese poco propenso ad aprirsi ai giovani. Poi ancora non ho capito come si possa incastrare l’identità nazionale di Fratelli d’Italia con gli slanci autonomisti della Lega, lo sapranno di sicuro loro. Anche in questo caso è colpa mia che non mi applico a sufficienza nel comprendere. Nel frattempo le promesse elettorali al popolo bue fioccano da ogni parte e l’impressione è che sia una corsa a chi la spara più grossa. Chissà che da qui al 4 marzo non mi si squarci il velo. Ci credo poco, ma la speranza è l’ultima a morire.

Redazione
© Riproduzione riservata
27/01/2018 18:59:10

Francesco Del Teglia

Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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