Aumentano i fallimenti nella provincia di Perugia
Complicità tra imprenditori in crisi, avvocati e commercialisti
La crisi economica ha il volto dell’aumento dei reati fallimentari, che hanno registrato un vero e proprio boom durante l’anno appena lasciato alle spalle. Riflettendosi, in maniera tangibile e allo stesso tempo preoccupante, anche sul settore penale. E lo dicono i numeri riguardanti proprio il tribunale di Perugia, forniti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Quando il presidente della corte d’Appello Vincenzo D’Aprile ha fatto suonare il campanello d’allarme. Parlando di un vero e proprio fenomeno che ha reso necessaria la creazione di un gruppo di lavoro comprendente personale della Sezione di polizia giudiziaria e del Nucleo di polizia tributaria della guardia di Finanza per scavare nella complessità della materia. Capacità professionali e investigative “che hanno spesso fatto emergere - ha sottolineato - complicità tra imprenditori in crisi, avvocati e commercialisti”.
Indagini sempre più approfondite che hanno consentito di “focalizzare condotte dolose volte ad allontanare e ritardare il fallimento mediante la diffusa pratica dell’affitto d’azienda a new companies fittiziamente intestate a teste di legno, ma rimanenti sempre nell'orbita proprietaria e decisionale dell’originario imprenditore, che tende così a sgravarsi delle responsabilità della propria impresa, proseguendone l'attività con nuovi schemi societari che ne sfruttano le potenzialità ancora esistenti”.
Dati allarmanti Tabella alla mano, nel corso del 2017 sono risultate 405 le istanze fallimentari presentate al tribunale del capoluogo umbro. E sono attualmente esistenti la bellezza di 1.171 procedure di fallimento (129 quelle piombate proprio nell’ultimo periodo). Trentadue, infine, i concordati preventivi. E qui si ritorna ai tentacoli della crisi, che non hanno risparmiato le vendite immobiliari “congelate” da un mercato che sembra ancora lontano dal rialzarsi. E la relazione dettagliata del presidente della corte d’Appello di Perugia non poteva non rimarcare le oltre mille procedure esecutive immobiliari pendenti in fase di vendita, con la “forte difficoltà - ha ricordato - di collocare gli immobili che rende il tutto spaventosamente complicato”.
Le conseguenze La crescita vertiginosa del numero dei fallimenti anche a causa dell’attuale situazione economica ha comportato un corrispondente aumento dei casi di bancarotta, per distrazione, documentale e a seguito di operazioni dolose.
“Dalle verifiche compiute dopo la dichiarazione di fallimento sono emerse sistematiche evasioni di imposte per importi anche milionari, che hanno condotto la procura della Repubblica a richiedere il fallimento stesso, con successiva contestazione dei reati stessi”. Il messaggio del presidente della corte d’Appello Vincenzo D’Aprile è arrivato forte e chiaro.
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