Analizziamo i risultati elettorali e capiamo cosa hanno voluto dire gli italiani alla politica

Le elezioni politiche del 2018 hanno fatto chiaramente capire quanto siano state fallimentari le politiche del centrosinistra, in particolare del Partito Democratico, in questi ultimi anni. Il partito di Matteo Renzi è uscito con le ossa rotte da questa tornata elettorale. Gli italiani non gli hanno perdonato tre cose:

1) l’aumento delle tasse e dei balzelli vari

2) l’immigrazione incontrollata

3) l’aver messo le mani in tasca ai cittadini con il decreto salvabanche

L’ex sindaco di Firenze, da rottamatore, è finito rottamato, in quanto sono molti all’interno del suo partito a chiederne la testa. E d’altronde, non poteva essere diversamente: dal 42% delle Europee 2014 ha dimezzato i consensi, spaccando il partito e prendendo un’altra scoppola il 4 dicembre 2016 con il referendum sulle riforme costituzionali. I grandi vincitori sono sicuramente il Movimento 5 Stelle, che hanno fatto il pieno in particolare al sud, diventando il partito di maggioranza relativa e, per forza di cose, chiunque vorrà formare un governo dovrà fare i conti con loro. Tutto come previsto nel centrodestra, dove la coalizione si è attestata intorno al 37%, con la sola differenza di un cambio di peso all’interno della coalizione, dove la Lega Nord ha sorpassato Forza Italia. Deludenti gli esiti per Liberi e Uguali e Lista Bonino, ben al di sotto delle aspettative. Ma cosa può accadere ora, dato che nessuno si è attestato sopra il 40% e che quindi non ha i numeri per governare? La palla è nelle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma solo due sono a questo punto le ipotesi; quella più naturale, che vedrebbe governare i due partiti che hanno cavalcato il populismo (5 Stelle e Lega Nord) perché insieme i numeri ci sono, ma emerge anche una discrepanza meno piccola di quanto si possa pensare: i “grillini” hanno fatto l’en plein al sud, dove la Lega Nord non è di certo amata. L’ultima ipotesi vedrebbe il 5 Stelle alleato con il tradizionale nemico del Pd. Anche in questo caso vi sarebbero sicuramente i numeri, ma un’alleanza fra questi due partiti significherebbe disconoscenza gran parte dei rispettivi programmi elettorali. Nei prossimi giorni, vi sarà sicuramente maggiore chiarezza, anche se una cosa è certa: Mattarella non ne vuol sapere di tornare alle urne con questa legge elettorale.