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L'attrice di Sansepolcro Valentina Lodovini si racconta

"Vorrei fare la stronza e la perfida"

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Leopardi, Montale, Caproni. Un tridente niente male di autori della poesia italiana sono stati letti nella serata conclusiva di Eventi Letterari, al Monte Verità di Ascona, Lago Maggiore svizzero, dall’attrice Valentina Lodovini. L’abbiamo incontrata per una conversazione a tutto campo, fra l’amore per il cinema e quello per il teatro.

“Sono testi legati al tema di quest’anno, L’utopia della natura: Dialogo della natura e di un islandese di Leopardi, Limoni di Montale e Versicoli quasi ecologici di Giorgio Caproni. Sembra più facile, ma quando preparo il testo mi rendo conto che, almeno per me, è più difficile. Preferirei un monologo a memoria.

Leggi accanto a Bruno Ganz. Paura? Hai visto La caduta, in cui fa Adolf Hitler?

Sono cresciuta a pane e cinema, quindi amo e conosco Bruno Ganz. È un gigante, è la dimostrazione che esistono, ha un grande carisma. Lo sguardo che ha si vede raramente, e allo stesso tempo la dolcezza, se pensi a Pani e tulipani.

Sei impegnata in questo periodo con il teatro.

Sono stata in scena da ottobre fino a oggi con due spettacoli quasi contemporaneamente, ora proseguo solo con Tutta casa, letto e chiesa. Quattro monologhi in cui interpreto quattro donne, scritti da Dario Fo per Franca Rame; originariamente erano sei per sei donne. Uno in particolare, scritto nel 1977 per convincerla a non smettere di recitare, fu portato da lei in scena per tanto tempo. C’è un’eredità importante da rispettare, oltre a un onore e una responsabilità importanti. Sono quattro personaggi diversi, per corpo, voce, intenzioni. Ho sempre pensato che ci siano testi teatrali, come film, scritti per il pubblico, che ne è il vero protagonista. Prima di farlo pensavo che Tutta casa, letto e chiesa fosse uno di questi, la conferma è arrivata portandolo in scena. Finora il pubblico è stato protagonista assoluto e magnifico, e ha riposto in maniera tale da averci fatto venire voglia di allungare la tournée.

A proposito di entusiasmo, quanti copioni scarti di quelli che ti arrivano?

Ho sempre pensato, per etica del lavoro, non presunzione, che la carriera la costruisci più con i no che con i sì. Di scelte ne faccio, è rischioso e talvolta finisci per pagarne il prezzo. Poi ci sono momenti in cui ci devo campare con il mio lavoro, non ho alle spalle nessuno, non sono ricca. 

Ci devi pagare le bollette.

Talvolta salvi il salvabile, e lo dico sentendomi fortunata, visto che la maggior parte degli attori non arriva a fine mese. Credendo nel cinema e nel teatro, sono sincera e ti dico che vorrei dire ancora più no.

Ci sarà stato, immagino, il periodo successivo a Benvenuti al sud in cui ti proponevano sempre lo stesso ruolo, e ti sei detta che non volevi che la tua carriera fosse solo quella?

Sì, e lo dico da spettatrice; tale mi ritengo, prima che attrice. Non so se è una situazione tipica del nostro paese o succede dappertutto, ma se hai successo e un anno diventa il tuo anno, tendono poi a etichettarti sempre e solo in quel modo: nel mio caso la principessina della commedia. Credo sia una battaglia da combattere, quella di evitare di essere incanalata, anche se ci sono attori, nel passato come oggi, che trovano in un personaggio che funziona e lo replicano. Mi piace essere eclettica, buttarmi in progetti e personaggi diversi, sperimentare.

Ti piace essere messa a disagio.

Parecchio. Credo sia una lotta che possiamo combattere e vincere, quella di rifiutare ruoli sempre uguali.

A proposito di scelte, è un periodo di grandi sommovimenti nel cinema, ai David si è parlato molto della condizione femminile, sembra sia in corso il tentativo di parlare con una voce unica. 

L’importante è che non diventi fanatismo, poi lottare contro le ingiustizie è un dovere, prima come essere umano che come artista.

Quando interpreti un bel ruolo di paladino della giustizia, poi nella vita devi avere un minimo di coerenza?

Non lo so, non ho paura a fare ruoli antipatici. La prima cosa che ti insegnano è di non giudicare mai il tuo personaggio. È vero, l’attore è uno strumento per dar voce all’essere umano, che ha tante sfumature ed è giusto raccontarle.

Vorresti interpretare più personaggi negativi? Te ne offrono pochi.

Direi nessuno, finora, praticamente. Sempre morali.

Allora facciamo un appello: la Lodovini vuole fare la stronza perfida.

Esatto. [ride ndr] Come donna naturalmente è diverso, pensare solo a sé, senza indignarsi per quello che non va, non mi appartiene. Come artista ogni scelta diventa politica, specie quella dei ruoli che accetti. Se vedi il curriculum di un attore capisci molto di com’è l’essere umano. 

Hai molti amici o amiche nel mondo del cinema?

No, ma provo rispetto. Non so come fosse negli anni passati, ma ora vedo molto rispetto e credo sia una cosa molto bella. Amicizia, nel vero significato del temine, che per me ha un valore assoluto, no, quello no, amiche no.  

Visto che sei una grande appassionata e cinefila, due titoli che consigli ai lettori.

Due e basta?

Va bene, facciamo tre.

Il filo nascosto, e lo urlo.

C’è del fanatismo nel tuo approcciarti a Daniel Day Lewis, sappilo.

Chi è? Ah, il protagonista del film. [ride ndr] Ormai si sa, io ho tre uomini nella mia vita: Al Pacino, Daniel Day Lewis e Ewan McGregor; rispettivamente Dio, marito e amante. Nessuno sa dell’altro, per cui per favore... è una passione che ho fin da quando ero piccola, ma del resto è un uomo con un talento che non si può definire. Il filo nascosto è un grandissimo film, poi c’è Tonya che è molto bello. Quindi Foxtrot e anche Un sogno chiamato Florida. Poi sono contenta per i David, che hanno dato un segnale premiando Jonas Carpignano alla regia e per la produzione Gatta Cenerentola. Mi auguro che questi due premi importanti siano un segno e che possano riuscire in sala.

Allora proseguiamo con i consigli: i due migliori film che hai fatto come attrice.

Da spettatrice?

Sì, certo, dovessi consigliare a qualcuno di recuperarli in televisione, o in streaming.

Coming Soon
© Riproduzione riservata
29/03/2018 18:12:28


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