Cosa non funziona nel calcio italiano?

Non vi nascondo che questa è una domanda che mi sto facendo da tempo e che ultimamente mi sono riproposto dopo le due giornate di Champions League. Risultato finale della sfida tra Spagna e Italia è stato di 7-1: Juventus – Real Madrid 0-3 e Barcellona – Roma 4-1. E’ chiaro il fatto che non potevano essere delle passeggiate, ma quello che più fa riflettere è il motivo per il quale le formazioni italiane in campo europeo non riescono a dettare legge. Ricordiamo che l’ultima società italiana a vincere una Champions League è stata l’Inter nel 2010, l’anno che si consacrò poi con il fin troppo netto triplete (Coppa Italia e Campionato). E’ forse il mondo del calcio che proprio non funziona in Italia e pensare che resta comunque il principale sport seguito: dalle basse categorie, fino ad arrivare alla Nazionale. Già, proprio la Nazionale che quest’anno non disputerà neppure i Mondiali in Russia: un vero e proprio smacco per il mondo del pallone più in generale. Questa, però, è solamente la punta dell’iceberg. Si punta tanto su giocatori stranieri, quando poi non riusciamo a valorizzare i talenti che sono nascosti nei tanti settori giovanili sparsi dalla punta più a nord dell’Italia, fino alla Sicilia. Un calcio che va rifondato: gli episodi che sono accaduti negli ultimi giorni, sono un altro brutto campanello d’allarme. Alludo alle buste con all’interno proiettili fatte recapitati ai vertici dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri), tra cui spicca il presidente aretino Marcello Nicchi, il vice e il designatore Nicola Rizzoli. Alla gente non piace più questo tipo di calcio, talvolta definito “marcio”: non è sicuramente una parola forte, visto che tale termine più volte è stato utilizzato sia nei piani alti che quelli bassi del palazzo del potere. È giunto il momento di premere il tasto reset, quello che praticamente troviamo in tutti gli strumenti elettronici. Nei rettangoli di gioco, soprattutto nelle categorie minori, assistiamo sistematicamente a episodi davvero tristi e di violenze: genitori che insultato allenatori perché non fanno giocare il proprio figlio, oppure che se la prendono insultando quelli della squadra avversaria. No cari, questo non è il calcio che vogliamo e neppure quello che siamo stati abituati a vedere. Ma cosa non funziona in questa disciplina? È davvero difficile trovare una giusta risposta a questa impegnativa domanda, sicuramente fondamentale sarebbe riscoprire i veri valori di questo che è da sempre definito lo sport più bello al mondo.