Opinionisti Il Direttore Davide Gambacci

E pensare che la legge elettorale avrebbe dovuto garantire la governabilità!

I veti fra partiti e schieramenti evidenziano le contraddizioni del "Rosatellum"

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Siamo oramai prossimi al limite dei 40 giorni da quando si sono tenute le elezioni politiche 2018, quelle tanto attese che avrebbero dovuto consegnare un governo legittimato dal voto degli italiani. Ebbene, non solo questo governo stenta nel formarsi, ma sembra essere diventato un rompicapo senza soluzione. Ai tempi di Andreotti – hanno ricordato in ultimo – il periodo di consultazioni fu ancora più lungo in una circostanza: di questi passi, il record rischia seriamente di essere battuto. I tre grandi blocchi politici nei quali è attualmente diviso il nostro Paese, come hanno ribadito gli elettori nell’urna, sono ripartiti in maniera tale da favorire solo lo stallo più totale: il Movimento 5 Stelle è il primo partito, ma è il centrodestra che rivendica il primo posto sommando i voti di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia e quindi ognuno pensa di avere diritto a indicare il premier. L’unico senza pretese è rimasto il Pd, che allo stesso tempo fa comodo a tutti per raggiungere la quota del 40%. E anche nel Pd, allora, c’è aria di ulteriore divisione fra coloro che sostengono che chi ha perso deve stare all’opposizione e coloro che invece sono tentati dal richiamo delle poltrone che contano. Siamo in piena clima di veti incrociati: il presidente Sergio Mattarella ha già concluso la prima settimana di consultazioni; ora c'è la seconda e probabilmente si andrà anche alla terza e così via. D’altronde, Di Maio sarebbe propenso ad andare con Salvini (sarebbe comunque una strana coppia, quella fra il leader del partito che ha spopolato al sud e il leader del primo partito al nord), ma a quel punto Salvini dovrebbe tradire Berlusconi, perché i “grillini” non ne vogliono sapere di persone condannate in via definitiva. Sarebbe possibile pertanto un’alleanza fra centrodestra e Pd, che magari potrebbe andar bene a Berlusconi ma non a Salvini, perché non ne vuol sapere di mischiarsi con ciò che appartiene o è appartenuto all’altro Matteo, Renzi. Per dirla in gergo nostrano, “come fai, manca un pezzo”. E allora, si torna a votare? Dove sta il peccato di fondo? Visti gli effetti prodotti, deve essere individuato nella legge elettorale, il “Rosatellum”, concepito – così viene da pensare – con logiche di calcoli che all’atto pratico non sono poi tornati. Arriviamo allora al dunque per evidenziare l’assurdità della situazione: per mesi e mesi, i nostri parlamentari si sono battuti sul tema della legge elettorale, al punto tale che noi cittadini ci eravamo indignati, perché stare ore, giorni, settimane e mesi a parlare di questo argomento stava distogliendo l’attenzione dai reali problemi dell’Italia, a cominciare da quelli economici. Ci era stato risposto, per giustificare il tutto, che il futuro del nostro Paese avrebbe dovuto poggiare in primis su una legge elettorale capace di garantire la governabilità. Morale della favola: se c’è una cosa che il “Rosatellum” non garantisce, questa è proprio la governabilità. La dimostrazione ce l’abbiamo sotto gli occhi. Viene da chiedersi: energie e risorse spese in Parlamento per arrivare a cosa? Alla confusione più totale. Complimenti vivissimi!            

Redazione
© Riproduzione riservata
10/04/2018 09:43:40

Il Direttore Davide Gambacci

Si avvicina al giornalismo giovanissimo e ne rimane affascinato. Dal 2009 è iscritto all’ordine dei giornalisti della Toscana dopo aver fatto esperienza in alcune testate locali. Nel 2010 diventa direttore del quotidiano online Saturno Notizie e inviato fisso del quotidiano Corriere di Arezzo. Nel 2011 é stato nominato anche direttore responsabile del periodico l’Eco del Tevere e vice direttore di Saturno Web Tv. Ideatore e regista di numerosi programmi televisivi, dove da il meglio di se dietro la telecamera. Inchieste e cronaca i campi di particolare competenza professionale. Ricopre anche il ruolo di addetto stampa per alcune associazioni e Enti.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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