Jan Koum, cofondatore di WhatsApp, lascia Zuckerberg e Facebook
Alla base dell’addio, incomprensioni sulla gestione dei dati e della crittografia
Jan Koum, poche ore fa, ha confermato la decisione di lasciare WhatsApp, la società di cui è cofondatore e amministratore delegato, e che nel 2014 era stata rilevata da Facebook per quasi 22 miliardi di dollari: il più grande acquisto da parte del colosso di Menlo Park.
Koum ha anche fatto parte della governance di Facebook, tavolo presieduto da Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg, dove trovano posto altre aziende come, ad esempio, Netflix con Wilmot Hastings Jr., Susan Desmond-Hellmann di Bill & Melinda Gates Foundation, e Kenneth Chenault di American Express. Secondo il Washington Post, le motivazioni dell’addio sarebbero da ricercare proprio qui, dove le differenti visioni di governance con Zuckerberg e Sandberg, soprattutto sulla gestione dei dati personali e sulla crittografia, erano ormai incompatibili. In risposta a una richiesta di commento da parte della CNN, Facebook si è limitato a linkare il post di addio di Jan Koum.
«Lascio in un momento in cui le persone utilizzano WhatsApp in molti più modi di quanti avrei mai potuto immaginare - ha scritto Koum, imprenditore ucraino naturalizzato statunitense -. Il team è più forte che mai e continuerà a fare cose incredibili».
Koum, che dalla vendita di WhatsApp ha ricavato circa 9,5 miliardi di dollari, ha affermato che ora vuole prendersi del tempo libero da dedicare alle sue passioni; una meritata vacanza in cui collezionare Porsche con sistema di raffreddamento ad aria («perché più interessanti ingegneristicamente di quelle raffreddate ad acqua», spiega), e lanciare frisbee.
Interessante notare come Jan Koum non abbia risposto ai commenti al post lasciati da Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg, che si dicono grati per il lavoro che ha svolto.
Brian Acton, l’altro cofondatore di WhatsApp, lasciò Facebook qualche mese fa, creando una organizzazione no profit. Il mese scorso, Acton si è unito alla campagna #deleteFacebook, chiedendo agli utenti di cancellarsi dal social network sulla scia dello scandalo Cambridge Analytica.
Commenta per primo.