Opinionisti Francesco Del Teglia

Il Pd e il “dovremo riflettere”

Arezzo: il crollo della "Provincia Rossa"

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Con le pesanti sconfitte subìte a Capolona e Caprese Michelangelo nelle recenti Amministrative, il Pd aretino nel suo complesso allunga una catena che pare inarrestabile di tracolli elettorali. Ormai, in quella che un tempo era etichettata come “provincia rossa” si fa prima a contare quanti siano rimasti i comuni in mano ad un governo di centrosinistra. Di sicuro in Valtiberina, su sette comuni, ne è rimasto solo uno, Sestino. Che poi vanta tradizioni ed elettorato – e anche leader – più di centro rispetto alla sinistra. Una roba che detta o immaginata anche solo un decennio fa sarebbe stata d’ufficio inserita nel cartellone dell’ex festival delle utopie che si celebrava a Città di Castello. Chiaro che il Pd a queste latitudini va al traino di un Pd che a livello nazionale non ne azzecca più mezza da qualche anno, collezionando batoste in serie. Puntualmente però, c’è il solito disco da suonare all’indomani del ko di turno. Quel “dovremo riflettere” che è ormai diventato un mantra. Vuoto e privo di fatti concreti, dato l’evolversi dello stato di salute del Partito Democratico. Lo ha detto anche il segretario provinciale Albano Ricci dopo il voto di domenica scorsa. Non conosco personalmente il signor Ricci, mi limito ad osservare che le sue parole sono le stesse già pronunciate a suo tempo dai vari Renzi, Martina, Dindalini, dai segretari di partito di Montevarchi, Sansepolcro, Anghiari e, presumo, ora anche di Caprese Michelangelo. Indubbiamente si tratta di una riflessione molto ponderata, che richiede tempi biblici prima di portare azioni concrete. Io mi chiedo che ci sia rimasto “da riflettere”. Si prenda atto di un fallimento piuttosto. Di proposte e leader, siano donne o uomini. E ci si muova di conseguenza, oltre che rapidamente, prima che un elettorato di centrosinistra che ancora crede come si possa amministrare senza far ricorso a volatili civismi di facciata o a bizzarre alleanze prive di fondamenta storiche ed etiche, evapori del tutto. Qualche giorno fa, discorrendo con un amico di Macerata, consigliere comunale nelle file del Pd nel centro marchigiano, costui amaramente ma con estrema sincerità mi diceva “non sappiamo più parlare alla gente, non sappiamo più interpretare le loro esigenze. E siamo drammaticamente privi di personalità carismatiche capaci di guidare un partito che pare allo sbando totale, da Roma sino alle periferie, più occupato a regolare i conti al proprio interno che a proporre progetti per il Paese”. Analisi cruda, spietata, ma che condivido in pieno. Piantatela con quel “dovremo riflettere”. E’ tempo di agire e di ridare dignità e spessore ad un partito che non troppo tempo fa aveva aperto il cuore alla speranza di tantissima gente. Lo dico anche a coloro che nei tempi belli della Sinistra o del Centrosinistra hanno avuto i loro spazi, hanno cavalcato l’onda, hanno ottenuto consensi e occupato anche prestigiose cariche amministrative. E che ora si sono fatti colpevolmente di nebbia. Divisi nella scissione dell’atomo della Sinistra oppure addirittura estraniatisi dalla lotta. Ci vuole coraggio in Politica, le continue riflessioni appartengono ai pigri o a chi non sa più cosa dire e soprattutto fare, ai perdenti.

Redazione
© Riproduzione riservata
12/06/2018 18:10:49

Francesco Del Teglia

Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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