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Caso Aquarius, Macron: “Non chiedo scusa a chi provoca”. Conte orientato a non andare a Parigi

Intanto continuano gli sbarchi: oltre 900 migranti arrivati a Catania sulla nave “Diciotti"

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Manca l’ufficialità ma «al momento non ci sono le condizioni» per il viaggio a Parigi e per l’incontro con il presidente francese Emmanuel Macron. Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, tiene la linea dura dopo le polemiche sul fronte immigrazione, scaturite dal caso dell’imbarcazione Aquarius. Quello che filtra, alla fine di un pomeriggio di riunioni a palazzo Chigi, fotografa una situazione molto delicata dopo lo scontro diplomatico con la Francia. La visita ufficialmente, viene spiegato da fonti governative, non è annullata ma di fatto «l’orientamento predominante» è questo: non ci sarà nessun incontro con Macron senza un gesto ufficiale di scuse da parte del governo francese. Posizione che ha avuto il sostegno anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con cui Conte, a margine di un incontro informale durante il quale il premier ha anticipato i nomi dei sottosegretari, si è discusso brevemente anche dello scontro con Parigi. Il presidente francese, Emmanuel Macron, nel pomeriggio ha risposto alla richiesta di scuse, dopo che l’Eliseo ha definito «cinica e irresponsabile» la politica del governo Conte e il portavoce di En Marche l’ha addirittura liquidata come «vomitevole»: ha detto di considerare la scelta di Roma una provocazione. «Chi è che dice io sono più forte dei democratici e se vedo una nave arrivare davanti alle mie coste la caccio via? Se gli dò ragione, aiuto la democrazia? Non dimentichiamo chi ha parlato e chi ci ha interpellati» dice, rifiutando di fatto di scusarsi con il Governo italiano per le accuse di cinismo in merito alla gestione della vicenda. «Nell’ultimo anno abbiamo lavorato con l’Italia a stretto contatto e in maniera esemplare» sul fronte migratorio» ricorda il presidente francese facendo un appello a non «cedere alle emozioni, che qualcuno manipola», stigmatizzando «la politica del peggio, che mette tutti sotto il giogo dell’emozione». 

Salvini chiede le scuse di Macron  

«Macron passi dalle parole ai fatti e domani mattina accolga i 9 mila migranti che si era impegnato ad accogliere», ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini in Senato, sottolineando che la Francia ha accolto solo 340 dei 9.816 migranti che dovevano essere ricollocati in tre anni. «La Francia ci dice che siamo cinici - ha aggiunto - ma dal 1 gennaio al 31 maggio ha respinto alle frontiere 10.249 persone, comprese donne e bambini disabili». «Non voglio che bambini vengano messi su un gommone e muoiono nel Mediterraneo perché qualcuno li illude che in Italia c’è lavoro e casa per tutti. Sono stufo - prosegue Salvini -. Non è un derby tra Italia e Francia, non è neppure il mondiale a cui per altro non parteciperemo. La nostra azione di volontariato non merita di essere apostrofata in quel modo da un rappresentante del Governo francese». «Spero che arriveranno le scuse della Francia. Non abbiamo niente da imparare da nessuno in termini di solidarietà. La nostra storia di generosità e di volontariato non merita di essere apostrofata in questi termini da esponenti del governo francese che spero diano scuse». Ricordando che l’Italia accoglie 170 mila migranti e la Spagna 16 mila, «Ringrazio il buon cuore del presidente Sanchez. Mi auguro e spero che eserciti la sua generosità anche nelle prossime settimane, avendo spazio per farlo». Sull’immigrazione «è tempo che gli Stati tornino a essere Stati. Non è possibile che siano associazioni private finanziate da chissà chi a imporre temi e modi dell’immigrazione. In queste ore ho sentito tanti colleghi europei. Leggevo di una Italia isolata. Non siamo mai stati così centrali e così ascoltati come in queste ore». 

Incontro Conte-Macron  

Dopo le parole di Matteo Salvini durante l’informativa su Aquarius al Senato, è arrivata prima la cancellazione dell’incontro fra il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e il ministro francese Bruno La Maire in programma per oggi a Parigi, poi la replica del premier Giuseppe Conte: «Nessun dubbio: senza un chiarimento e le scuse di Macron all’Italia io resto a Roma. Non ho il minimo tentennamento, chi sbaglia - chiunque esso sia - deve chiedere scusa, prima che a me all’Italia. Abbiamo salvato milioni di vite umane, l’Europa tutta deve tenerlo a mente». Giuseppe Conte già martedì avrebbe messo in dubbio il bilaterale con Macron vincendo le resistenze di chi, tra i suoi consiglieri più stretti, temeva l’incidente diplomatico. E anche dietro la decisione del ministro dell’Economia Giovanni Tria di annullare la trasferta in Francia ci sarebbe il suo zampino. I due avrebbero deciso insieme di cancellare il volo, in programma alle 14, del responsabile dell’Economia.  

La posizione francese  

La Francia tiene alla cooperazione con Roma sul tema dell’immigrazione aveva dichiarato il ministero degli Esteri francese dopo le tensioni suscitate dalle parole pronunciate ieri a Parigi sul caso della nave Aquarius. Il Quai d’Orsay ha assicurato di essere «perfettamente cosciente del carico che la pressione migratoria fa pesare sull’Italia e degli sforzi che quel paese assicura». «Beninteso nessuna delle dichiarazioni fatte dalle autorità francesi lo ha mai rimesso in causa, così come la necessità di coordinarci strettamente tra europei», ha dichiarato un portavoce. «Teniamo al dialogo e alla cooperazione che abbiamo con Roma su questi temi». 

Nuovi sbarchi a Catania  

Intanto non si fermano le polemiche sulla nave Aquarius, bloccata dai ministri Matteo Salvini e Danilo Toninelli, e già una nuova nave giunge in Italia. È arrivata nel porto di Catania la nave Diciotti della Guardia costiera con a bordo 932 migranti salvati durante sette operazioni di soccorso al largo della Liba. Nell’imbarcazione ci sono anche due cadaveri recuperati duranti gli interventi di salvataggio. Cinque dei migranti, quattro donne incinte e un minorenne, sono stati già trasferiti in ospedali siciliani di Agrigento e Palermo con elicotteri del 118, dopo un primo trasbordo a Lampedusa. Sul molo è pronto il personale per lo sbarco e sono presenti anche investigatori della squadra mobile della Questura delegati dalla Procura distrettuale di Catania a svolgere le indagini del caso. 

La maggior parte dall’Eritrea  

Stanno in silenzio, quasi increduli che il loro viaggio delle speranza abbia avuto approdo in un porto sicuro italiano. Dal ponte di nave Diciotti della guardia di finanza i 932 migranti, salvati in sette operazioni di soccorso nel mare Mediterraneo, guardano con curiosità il molo di Catania e i soccorritori, giornalisti, cameraman e fotografi che lo affollano con, nello sfondo, la mole imponente dell’Etna. Sono quasi tutti eritrei, molte famiglie con bambini. Una donna si affaccia e parlando con i cronisti dice: «Siamo sulla nave da tre giorni, oggi sono molto contenta: viva l’Italia». 

La Stampa
© Riproduzione riservata
13/06/2018 22:54:27


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