Opinionisti Il Direttore Davide Gambacci

Sono uno spettatore non un tifoso

Il sogno mondiale che svanisce davanti agli occhi

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No. Non ci sono. Non mi sono qualificato e non posso avere nessun tipo di soddisfazione. E’ un senso di amarezza quello che sto provando in queste giornate, soprattutto dal punto di vista calcistico e sportivo. Giovedì sono iniziati i Mondiali di calcio in Russia. Apro il giornale, come se fosse un meccanismo automatico al mattino, vado alla ricerca della parola Italia… scorro, scorro nomi sopra nomi ma quelle sei lettere non ci sono. Un flash, cavolo ma l’Italia non si è qualificata. Era un po’ la normalità vedere la nazionale italiana, aspetto che accomuna un po’ tutti: grandi e piccini, persone che si interessano di calcio, mentre ad altre meno; ma tutti stanno incollati alla tv in quel momento. Facendo un paragone è un po’ come quando passa il Giro d’Italia di ciclismo: è comunque una festa. Oramai è chiaro e lo sapevamo già da alcuni mesi: l’Italia non è tra le squadre che si sono qualificate per la fase finale del Mondiale. E’ la prima volta che mi ritrovo a vivere una Coppa del Mondo da spettatore e non da tifoso: sì, vero, posso simpatizzare per una Nazione o un’altra ma non sarà mai come tifare l’Italia. Nei miei primi trent’anni di vita ho sempre visto l’Italia al Mondiale di calcio: però, aiutandomi con la più nota enciclopedia virtuale, mi rendo conto che non è stata la prima volta nella storia seppure occorre andare indietro negli annali. Sarà qualche strana coincidenza? L’ultima volta che la selezione italiana non si qualificò alla fase finale è stato nel 1958, non per caso il mondiale si disputava in Svezia: quella stessa squadra che, a distanza di 60 anni, ha eliminato proprio l’Italia. Possiamo tranquillamente affermare che con la mancata qualificazione al Mondiale di Russia è stata scritta una delle pagine più nere della storia del calcio italiano. Ma è solamente la punta dell’iceberg di un sistema che non può più funzionare così. E’ necessario premere il tasto reset, scardinare quelle situazione che oramai si prolungano da troppo tempo. La nazionale, per un giocatore, deve essere il massimo: rappresentare, calcisticamente, il proprio Paese. E con tutto il rispetto per gli avversari, ma hanno raggiunto la qualificazione alcune realtà dove il calcio non è sicuramente sentito e vissuto come in Italia. È quindi il momento delle riflessioni, seppure il primo tassello è stato messo alcuni giorni fa con l’arrivo di Roberto Mancini nelle vesti di commissario tecnico. Per l’Italia il sogno mondiale è stato infranto: accomodiamoci seduti nel divano con una birra in mano, questo è il nostro posto e attendiamo il Qatar nel 2022. In bocca al lupo e che vinca il migliore!   

Redazione
© Riproduzione riservata
14/06/2018 10:16:50

Il Direttore Davide Gambacci

Si avvicina al giornalismo giovanissimo e ne rimane affascinato. Dal 2009 è iscritto all’ordine dei giornalisti della Toscana dopo aver fatto esperienza in alcune testate locali. Nel 2010 diventa direttore del quotidiano online Saturno Notizie e inviato fisso del quotidiano Corriere di Arezzo. Nel 2011 é stato nominato anche direttore responsabile del periodico l’Eco del Tevere e vice direttore di Saturno Web Tv. Ideatore e regista di numerosi programmi televisivi, dove da il meglio di se dietro la telecamera. Inchieste e cronaca i campi di particolare competenza professionale. Ricopre anche il ruolo di addetto stampa per alcune associazioni e Enti.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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