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Vai a capirla la politica oggi

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Penso che ciascuno di noi, nel navigare della vita, sia stato costretto a salire controvoglia a bordo del proprio “Acquarius”.

Una scelta obbligata per non essere travolti dagli eventi e dalle difficoltà che talvolta la vita ci pone davanti.

Purtroppo non si farà fatica a ricordare momenti della vita in cui siamo stati costretti ad affrontare difficoltà, delle onde alte che rischiavano di travolgerci.

Quei momenti che quando li vivi non sai dove sbattere la testa e a chi gridare aiuto.

Ci si può anche provare, ma uscirne da soli è davvero difficile, talvolta impossibile.

In tali situazioni, se ci pensiamo bene, individueremo facilmente chi ci ha teso una mano, o chi al contrario ci ha sbattuto la porta in faccia. Chi ci ha tolto dal mare alto e consentito di attraccare nel proprio porto. Chi ci ha aperto la propria porta di casa e chi invece ci ha tenuto in alto mare.

Non sono un esperto di diritto internazionale né di politica.

Vai a capirla la politica oggi.

Ogni giorno si sente di tutto ed il contrario di tutto.

Si passa dal voler arrestare persino il Presidente della Repubblica per alto tradimento, salvo salire al Quirinale in giorno dopo per ricevere incarichi da ministro della Repubblica.

Tutti che sbraitano, tutti tifosi, tutti aggressivi, tutti che urlano.

Vezzo che ha contagiato anche noi, capita sempre più spesso vedere sui social discussioni dai toni inaccettabili con offese personali persino tra parenti e vicini di casa.

So però che quando un mio simile ha fame e sete si è obbligati ad aiutarlo, a prestargli soccorso.

Questo è un principio superiore a tutto.

Per essere indifferenti o addirittura ostili rispetto ai bisogni dei nostri simili si possono trovare mille scuse.

Io penso invece che l’occasione di aiutarci tra noi sia una frontiera invalicabile.

La politica non c’entra nulla, la cattiva gestione del modo di aiutare ancor meno.

Infatti sulla vicenda di come accogliamo i nostri simili si potrebbe dire tantissimo, un sistema certamente da rivedere e che così non funziona.

Ma che colpa ne possono avere uomini, donne e bambini che ogni giorno vengono ripescati dal mare?

Rivediamo tutto, cambiamo tutto, modifichiamo tutto ma siamo sicuri che l’esigenza giusta di rivedere un intero sistema possa farci dimenticare che stiamo parlando delle vite di persone?

Penso che in questo momento l’umanità intera sia in un piano scivoloso, uno scivolo che ogni giorno viene pericolosamente oliato da chi pensa di trarre profitto da tutto questo.

Cibo e acqua non si negano a nessuno.

Auguro a tutti noi, quando saremo costretti a salire sul nostro “Acquarius”, di trovare porti aperti e di trovare qualcuno che sia disposto ad aiutarci per il nostro essere semplicemente umani.

Redazione
© Riproduzione riservata
14/06/2018 10:42:13

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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