Rubrica Lettere alla Redazione
Deluso da un Pd sempre più lontano dalla gente
La generazione dei “cinque stelle” si è appropriata delle lotte antiche della sinistra
Sono sempre stato un uomo di sinistra perché ciò significava per me impegnarsi per gli ideali di giustizia sociale, per l’onestà, per l’uguaglianza, battersi per il lavoro e per il sostegno ai poveri. Il bacino elettorale della sinistra proveniva proprio dagli strati sociali che in questi ideali si immedesimavano. Purtroppo dal 2008, la sinistra ha cominciato a perdere i suoi riferimenti e nasceva il Movimento 5 Stelle, la nostra gente cominciava a seguire le loro battaglie sui media, si moltiplicava la partecipazione di giovani e meno giovani alle manifestazioni di piazza dove si predicavano i concetti di onestà, l’abolizione dei vitalizi, il giustizialismo e il garantismo, l’astio verso politici e corrotti, il contrasto alla povertà con il “reddito di cittadinanza”. Oggi sappiamo che il M5S è risultato il partito più votato alle elezioni del 4 marzo scorso sia alla Camera che al Senato, mentre il Pd è ai suoi minimi storici. A completare lo scollamento dell’elettorato dal mondo della sinistra è sopraggiunto il Referendum del 4 dicembre 2016 e le vergognose vicende di Banca Etruria, che insieme hanno dato la sensazione di un arroccamento della casta e di una gestione insensibile del potere, lontano e staccato dalle invocazioni provenienti dal popolo in sofferenza. Il disamore ha assunto giorno dopo giorno le dimensioni di una fiumana riversatasi nel bacino elettorale del Partito di Luigi Di Maio, avvertito più vicino al popolo, più cosciente nella interpretazione del sentimento popolare e più adatto alla soluzione dei problemi dei tempi. Così la generazione dei “cinque stelle” si è appropriata di alcune lotte antiche della sinistra e le ha aggiunte a quelle della sua bandiera. E si sa che con una bandiera si può portare la gente dove si vuole.
F. I.
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