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Pesca sportiva nei porti, in Toscana è possibile grazie al lavoro di due aretini

Sono Francesco Ruscelli, direttore della Fiops e Vincenzo Ceccarelli, assessore regionale

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Il “Protocollo d'intesa per la promozione della pesca sportiva e ricreativa nei porti della Toscana” adesso è realtà. Un successo storico che porta la determinante firma della Fiops (Federazione italiana operatori pesca sportiva) che ha affiancato i pescatori sportivi e ricreativi facendosi portavoce delle loro richieste davanti alle istituzioni e della Regione Toscana che in soli sei mesi ha trovato un accordo fra le parti e lo ha trasformato in un atto.

Protagonisti sui due fronti sono proprio due aretini: Francesco Ruscelli, direttore della Fiops e Vincenzo Ceccarelli, assessore regionale alle infrastrutture.

Quella della presenza di pescatori amatoriali nelle aree portuali è una questione annosa. La pratica della pesca sportiva e ricreativa all'interno dei porti - tranne sporadiche e locali eccezioni - è in generale vietata a causa delle mutate esigenze normative di sicurezza legate al quadro internazionale e, solo in alcuni casi, tollerata.

Adesso nei porti di Piombino, Marina di Carrara, Viareggio, Porto Santo Stefano, Capraia, Portoferraio, Rio Marina, Cavo, Marina di Campo e Isola del Giglio saranno definite aree in cui verrà consentita la pesca sportiva. Si tratta della prima iniziativa di questo genere in Italia.

Il documento è stato presentato lunedì 30 luglio e sottoscritto dalla Regione Toscana, dalla Direzione marittima di Livorno-Guardia costiera, dall'Autorità di sistema portuale del mar Tirreno Settentrionale, dall'Autorità di sistema portuale del mar Ligure Orientale, dall'Autorità portuale regionale e dalle associazioni nazionali Fiops, Fipsas e Arci pesca Fisa. Lo scopo è quello di rendere le aree portuali fruibili anche per attività diverse da quelle turistico-commerciali e di scalo marittimo e promuovere l’esercizio della pesca sportiva e ricreativa nel rispetto dell’ambiente, in condizioni di sicurezza e nelle forme compatibili con l’organizzazione funzionale delle singole infrastrutture.

"Abbiamo accolto le richieste che ci sono arrivate dalle associazioni dei pescatori – ha detto l'assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli – in particolare da Fiops, Fipsas e Arci Pesca Fisa e abbiamo chiesto alle autorità competenti di condividere con noi la ricerca di un’intesa per far coesistere all'interno dei porti l'attività portuale, prioritaria, e la pesca sportiva, un'attività che in Italia coinvolge circa 2 milioni di persone e che anche lungo la costa toscana è molto amata e praticata. Con questo protocollo diamo il via a questa sperimentazione, la prima a livello nazionale. Ci siamo dati 15 mesi di tempo per attuare quanto previsto e veder se le cose funzioneranno”.

Il protocollo d’intesa si strutturerà in due parti: la prima è rappresentata dalla firma del documento nella quale viene assunto da tutti soggetti un impegno politico. La seconda parte consisterà in un lavoro del tavolo di coordinamento tecnico istituzionale che avrà il compito, entro i 12 mesi successivi alla firma, di individuare le aree dei porti nelle quali sia possibile l’esercizio della pesca amatoriale.

Tali aree saranno provviste di una specifica segnaletica che riporterà regolamentazione e eventuali sanzioni per i trasgressori.

Il modello potrà essere esteso anche alle altre regioni costiere in attesa di una normativa nazionale che regolamenti la materia.

"A questo punto – ribadisce Francesco Ruscelli, direttore della Fiops – è solo questione di volontà politica. Con il protocollo d’intesa in Toscana siamo riusciti a infrangere il tabù della pesca nei porti; inserire il tema sociale e ricreativo della pesca sportiva all'interno delle attività commerciali e turistiche svolte nelle aree portuali è un fatto storico nel nostro Paese. Questo risultato è la dimostrazione che i pescatori uniti per una giusta causa possono far sentire e far valere la propria voce. Abbiamo iniziato dalla Toscana ma il nostro obiettivo è replicare il modello anche in altre regioni".

Alle associazioni, spetterà il compito di supportare le azioni dei soggetti firmatari del protocollo sensibilizzando i pescatori sul rispetto delle norme, educare alla corretta fruizione del mare e far conoscere la sperimentazione toscana.

La Regione si farà carico di eventuali spese necessarie per la realizzazione del progetto.

Redazione
© Riproduzione riservata
01/08/2018 17:07:47


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