La vendemmia parte con il piede giusto, raccolto in crescita e di ottima qualità
Resta l’incognita delle condizioni meteo
Finalmente si parte. Le piogge di primavera e dell’inizio di quest’estate hanno determinato uno slittamento della vendemmia di una settimana ma da questa mattina in Franciacorta è iniziata la raccolta delle uve pinot e chardonnay. Poi toccherà agli altri vitigni. Ad oggi, almeno secondo le previsioni di Confagricoltura «la qualità delle uve appare ottima, con acidità e gradazione che sono nei giusti parametri; la quantità sembra in aumento rispetto al 2017, annata piuttosto avara».
Per Coldiretti si prevede «una produzione complessivamente in aumento tra 10% e il 20% con circa 46/47 milioni di ettolitri rispetto ai 40 milioni dello scorso anno».
Confagricoltura stima aumenti dei raccolti in Emilia Romagna di circa il 25%; in Veneto, Trentino e Umbria tra il 15 ed il 20%; in Lombardia e Marche tra il 5 ed il 10%; in Puglia raccolti probabilmente nella media. In alcuni areali del Lazio invece si annuncia un calo della produzione». I tecnici delle due organizzazioni agricole, però avvertono che, in ogni caso per il risultato definitivo di questa vendemmia saranno essenziali le condizioni climatiche delle prossime settimane che potrebbero incidere anche significativamente sulle performance produttive».
In Franciacorta, dove si è già al lavoro, si prospetta una vendemmia lunga e minuziosa con l’aiuto della precision farming con rilevazione dei dati da sensori, satelliti e droni. Innovazioni che rendono possibile esaminare le curve di maturazione ed avere una panoramica in tempo reale della situazione analitica di ogni appezzamento. La mano dell’uomo resta comunque fondamentale ma secondo Artuto Ziliani, amministratore delegato di Berlucchi, «oggi di manodopera italiana non se ne trova e la maggior parte delle cantine sono costrette a rivolgersi altrove». Così a fare la parte del leone sono società che prestano la forza lavoro, quasi prevalentemente di origini straniere: rumeni, bulgari, albanesi, ma soprattutto africani del Mali, Senegal, Gambia, Nigeria.
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