Opinionisti Francesco Del Teglia
Quel monte senza strade
Si tratta di strade che somigliano ormai più a mulattiere
Nella lunga e calda estate che si avvia al tramonto, la Valtiberina sia nella sua parte toscana che umbra offre molte mète alternative alla calura delle pianure. Abbinandole alla possibilità di visitare borghi affascinanti e ricchi di storia. Uno di questi è Monte Santa Maria Tiberina, adesso in quota Umbria ma che sino al 1927 faceva parte della provincia di Arezzo. Un borgo civettuolo, collocato su una sommità appenninica a quasi 700 metri di altitudine. Entrando dalla medievale porta di Santa Maria ci si immerge nelle stradine e nei vicoli di un gioiello architettonico dove si respira ovunque la presenza dei rinomati marchesi Bourbon del Monte, godendo anche di panorami mozzafiato. Ci sono stato un paio di volte quest’estate girovagando col mio fedele scooter, e ogni volta ho assaporato il fascino del luogo. Il problema è arrivarci però. E anche ripartire. Le strade che conducono al Monte fanno letteralmente pietà. Le ho attraversate tutte nel mio zingarare e l’impressione che se ne ricava è pessima. A partire da quella che dal centro tifernate di San Secondo si inerpica per gli stretti tornanti che conducono al borgo. Che è anche quella ridotta meno peggio delle altre, ma che presenta vizi quasi ovunque. Per scendere ne ho volutamente percorse due diverse. La prima volta quella – definita pomposamente “panoramica” – che trascina sino a Città di Castello passando per l’area di Villa Montesca. Buche, avvallamenti, asfalto che cede in più punti, parti di sterrato. Non un gran viaggiare. Ancora peggio quella che discendendo dal Monte arriva sino alle soglie della Toscana, a Monterchi, e che ti porta sino ad un altro borgo ricco di fascino, quello di Lippiano. Qui siamo al limite della resistenza umana e a quella del mezzo, si tratti di un due o di un quattro ruote. Un’autentica impresa attraversarla, col rischio perenne di cadere e di farti male. Monte Santa Maria Tiberina merita assolutamente una visita. Però occorrerebbe che chi di dovere mettesse il viaggiatore nelle condizioni di raggiungere il luogo senza doversi preoccupare delle condizioni delle diverse arterie di collegamento. Si tratta di strade che somigliano ormai più a mulattiere. Ed è un peccato, oserei dire quasi un delitto, avere una chicca di paese a due passi da casa dove sei chiamato ad una autentica impresa per arrivarci. Non comprendo sinceramente come Regione Umbria e Provincia di Perugia possano tollerare una situazione simile, non comprendo perché le autorità amministrative locali non alzino la voce reclamando i propri giusti diritti, in primis quelli della gente che lì vive quotidianamente. Soprattutto in quell’Italia di nicchia che sbandiera sempre le volontà di puntare sul turismo e sulla capacità di attrazione di gioielli come Monte Santa Maria Tiberina. A meno che non si pensi di costruire in loco un’area adibita a ricevere elicotteri e deltaplani per far arrivare la gente dall’alto dato che dal basso è impresa dura.
Francesco Del Teglia
Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
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