Sansepolcro: "Pronti a lasciare Sei Toscana per Belladanza", dice l'assessore Gabriele Marconcini
"Il modello attuale di gestione dei rifiuti non soddisfa il nostro territorio", afferma
“Pronti a separarci da Sei Toscana e a orientarci verso Belladanza a Città di Castello per conferire i nostri rifiuti”. Gabriele Marconcini, assessore ai Beni Comuni dell’amministrazione di Sansepolcro, non esclude assolutamente questa eventualità. “Il modello attuale che riguarda anche la gestione delle acque – spiega – non si traduce nel livello di efficienza che vorremmo avere, né soddisfa il nostro territorio, fermo restando che ci troviamo inseriti nel contesto di una macroarea che va da Badia Tedalda fino all’Isola del Giglio, per un totale di 104 Comuni. E allora, possiamo fare come Sestino, che si è staccata”. In che modo attuare una manovra del genere? “Vogliamo sviluppare una sintonia maggiore con l’Ato dell’Altotevere Umbro, perché la contiguità e la vicinanza che abbiamo con questo comprensorio riveste un’importanza strategica. C’è il vicino impianto di Belladanza a Città di Castello che è stato di recente rinnovato e invece ci avvaliamo di realtà più lontane (vedi San Zeno ad Arezzo e Terranuova Bracciolini) che implicano costi, una maggiore movimentazione di rifiuti e anche un maggiore inquinamento, per cui vorremmo fare un’azione politica forte e sviluppare una sintonia con l’Umbria. Ciò è consentito, poiché lo prevede la leggere regionale numero 69 del 2011: se il consiglio regionale della Toscana è d’accordo e concede il nulla osta per una deroga, la proposta può avere un seguito. Con l’ok dei due Ato territoriali e della Regione, possiamo interrompere il contratto con Sei Toscana e prediligere un modello diverso”. Ciò significa che sarebbero venute meno le condizioni espresse dalle tre “e”, ovvero economicità, efficienza ed efficacia? “Nel caso dei rifiuti, non possono essere soddisfatte: chi pensava di creare economie di scala, ha ottenuto il risultato inverso, non per colpa dei lavoratori di Sei Toscana, ma per una visione politica che ci ha imposto modelli non funzionanti. Se il centro è Siena e noi siamo Sansepolcro, ovvero distanti cento chilometri, non vi può essere un controllo attento del territorio, né la capacità di recepire le istanze di 104 Comuni, quando in Umbria sono invece soltanto 14. Siena è al centro, Arezzo è già in periferia e noi qui siamo la periferia della periferia”. Il sistema delle fototrappole sta funzionando? “Sì, ma non perché sono stati beccati e sanzionati cittadini che non rispettavano le regole e abbandonavano i rifiuti. L’obiettivo non è quello di istituire un meccanismo repressivo, anche attraverso gli ispettori: il timore di essere beccato da questi strumenti deve in primis servire all’utente per seguire un comportamento corretto e codificarlo nelle sue abitudini”.
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