Sansepolcro: cartelli stradali per segnalare la presenza di ciclisti in gruppo?
La proposta fatta alla tavola rotonda di sabato e il Comune l'ha fatta propria
“Attenzione, ciclisti in gruppo”, o una dicitura similare. Quello di Sansepolcro potrebbe essere il primo Comune d’Italia a installare particolari cartelli stradali con una indicazione del genere. La proposta è stata suggerita sabato scorso, in occasione della tavola rotonda “… su strade sicure…”, promossa da Ciclistica Sansepolcro e Associazione Progetto Valtiberina, per favorire una migliore convivenza fra mobilità lenta e mobilità più veloce. Il sindaco Mauro Cornioli, peraltro cultore della bicicletta e il vice Luca Galli l’hanno subito fatta propria, dopo l’intervento di uno dei relatori, Marco Cavorso, coordinatore della sicurezza dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani. E la segnaletica verrebbe posizionata sulle direttrici di maggior percorrenza, dove normalmente è possibile incrociare chi va in bici. L’idea ha insomma incontrato consensi. C’erano i genitori Giacomo e Flavia, assieme al fratello Marco, a ricordare Michele Scarponi, il campione di ciclismo morto nell’aprile del 2017 dopo essere stato travolto da un Fiat Iveco mentre si stava allenando; la famiglia ha dato vita alla Fondazione intitolata a Michele ed è stato Marco - oltre a tracciare del fratello scomparso un accorato profilo di sportivo e di persona - a spiegarne le finalità, che poi di fatto si traducono nel semplice rispetto delle regole della strada anche verso chi va in bicicletta, visto spesso come un intralcio e non come un utente. Concetti ribaditi anche da Daniele Bennati, il professionista aretino che ha parlato della strada come luogo di lavoro e da Federico “Fred” Morini, che – essendo rimasto gravemente ferito a causa di una buca sull’asfalto durante un allenamento – ha trattato un altro aspetto della sicurezza viaria. Parola poi a Cavorso, che ha perso un figlio sulla strada in età ancora molto giovane e che ha sottolineato come di fatto non esistano proposte tangibili, se non l’eliminazione dell’errato comportamento degli automobilisti. Al proposito, Cavorso ha posato sul tavolo i tre oggetti simbolo sui quali dobbiamo agire per abbassare i rischi: la bottiglia, che testimonia il tasso alcolico (non dimenticando chi fa uso di stupefacenti); il telefono cellulare, causa di distrazioni provocate soprattutto dalla lettura dei messaggi e infine l’orologio, emblema di una fretta che è diventata quasi filosofia di vita.
Da sinistra: Daniele Bennati, Marco Scarponi, Federico Morini e Marco Cavorso
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