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Guardia di Finanza Arezzo: sgominata un’organizzazione criminale, operante nel Valdarno

30 le persone indagate. Oltre 30 milioni di euro occultati al fisco

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Si sono concluse nei giorni scorsi complesse ed articolate indagini di polizia giudiziaria, dirette dalla Procura della Repubblica di Arezzo e coordinate dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Arezzo, nei confronti di un’organizzazione criminale, avente base nel Valdarno, ed operante tra la Toscana, Lombardia, Veneto, Lazio e Campania, dedita al riciclaggio di denaro ed all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
I finanzieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno, che hanno condotto l’attività, anche con l’ausilio di indagini tecniche, hanno così posto fine ad un vorticoso giro di fatture false che hanno permesso all’organizzazione di occultare al Fisco oltre 30 milioni di euro.
Tutto trae origine dallo sviluppo di segnalazioni per operazioni sospette che riguardavano un imprenditore di origini campane, residente da tempo nel territorio del Valdarno. I finanzieri, analizzando i conti correnti, sia personali che delle aziende edili allo stesso riconducibili, hanno potuto così ricostruire un intreccio economico-finanziario tra plurime società, alcune realmente esistenti ed aventi operatività nel territorio nazionale, altre, invece, meramente cartiere, intestate a prestanomi, senza alcuna struttura organizzativa, create con lo scopo di emettere sistematicamente fatture per operazioni inesistenti, anche per ingenti importi che venivano poi utilizzate da aziende in difficoltà, in cerca di liquidità.
Complessivamente sono 24 le perquisizioni domiciliari, locali e personali eseguite in più regioni, oltre 30 milioni di euro evasi al fisco e 30 le persone denunciate, a vario titolo, all’Autorità Giudiziaria per reati fiscali e societari, esercizio abusivo dell'attività finanziaria e bancarotta fraudolenta. Coinvolti anche due commercialisti, residenti anch’essi in Campania, che procacciavano le imprese in difficoltà economica.
Nel corso dell’indagine sono state rilevate, altresì, plurime violazioni alla normativa antiriciclaggio, in odine alle movimentazioni di denaro contante al di sopra della soglia consentita, nonché il coinvolgimento di un funzionario di banca che ha omesso le previste comunicazioni obbligatorie ai sensi del D.Lgs 231/2007.

Redazione
© Riproduzione riservata
10/10/2018 16:47:33


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