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Nasce la Special Team Casentino

Il 10 novembre inizia il programma di attività motoria inclusiva per disabili mentali

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Prende il via sabato 10 novembre il progetto “Una vallata speciale – giochi senza barriere” che prevede due ore di attività motoria e sportiva inclusiva per le persone con disabilità intellettiva, in programma fino a maggio ogni 2° e 4° sabato del mese dalle ore 10 alle 12 nella palestra presso il polo scolastico di Rassina. La mente e il cuore del progetto è Gianmichele Sgrevi che ha sentito il bisogno per il Casentino di dare continuità a iniziative sportive organizzate in maniera sporadica per le persone con disabilità mentale, oltre che di istituire nel territorio una squadra Special Olympics, realtà già in essere in tutte le altre vallate della provincia e ad Arezzo. Lo Sgrevi ha potuto contare fin da subito sul sostegno degli amici dell’associazione sportiva amatoriale Top Volley Club Subbiano, in particolare Aldo Ciabatti e Michele Neri. Quest’ultimo ha presentato il progetto anche alla Sezione soci Coop Centro-Italia del Casentino, di cui fa parte come socio attivo, e fin da subito soci e dipendenti hanno concordato sulla volontà di sostenere moralmente ed economicamente questa start-up. Anche se l’idea è partita dalla Top Volley, il programma di attività motoria porterà alla costituzione di un’associazione sportiva autonoma: la Special Team Casentino, affinché tutti vi si possano riconoscere. La squadra nascerà infatti solo dopo aver valutato la predisposizione dei ragazzi partecipanti, oltre che il numero, l’età e il grado di disabilità. Potrebbe quindi essere una squadra di pallavolo, basket, bocce, tennistavolo, calcetto o altro.

Questo ambizioso progetto è stato presentato sabato 20 ottobre nell’Auditorium di Rassina, durante un incontro aperto a tutti e che ha visto la partecipazione delle istituzioni, del mondo della scuola, del socio-sanitario e dello sport. Per la buona riuscita del progetto è infatti fondamentale che si crei un lavoro di equipe, atto a garantire professionalità e risorse. Il progetto conta anche sulla collaborazione del Team Special Olympics di Arezzo, che in provincia conta già su 8 squadre: «Tre realtà – ha spiegato sabato la dr.ssa Claudia Del Tongo, Direttore provinciale Special Olympics Italia -  sono nate da centri diurni, come la All Stars nata nell’istituto di Agazzi; il team Spiders del Valdarno è nato invece in ambito scolastico; altre due realtà sono nate all’interno di società sportive. Il movimento Special Olympics è un’opportunità per realizzare uno sport unificato, che vede in campo ragazzi con disabilità ed i loro partner “senza difficoltà”». Lo stesso direttore sanitario dell’istituto di Agazzi, il dr. Giampiero Lapini, ha sottolineato come “Special Olympics crei opportunità, ma non per pietismo o buonismo, poiché nelle manifestazioni di  Special Olympics ci si diverte davvero. Quando si crea una situazione in cui il disabile non è un fenomeno da baraccone ma un pezzo di normalità, un atleta, è un grande vantaggio e si può puntare ad obbiettivi sempre più ampi, come organizzare campionati provinciali o addirittura nazionali sulle diverse attività sportive. Senza contare poi che due atleti aretini hanno potuto partecipare anche ai mondiali Special Olympics di Los Angeles e Arezzo vanta il campione in carica di bocce”.

Sabato sono intervenuti anche il Sindaco di Castel Focognano, nonché Presidente dell’Unione dei Comuni, Massimiliano Sestini, che si è detto emozionato e a completa disposizione per la buona riuscita del progetto, sia dal punto di vista logistico che per la messa a disposizione delle professionalità necessarie. Massima collaborazione confermata anche dagli istituti comprensivi di  Rassina e Subbiano-Capolona. “Mi viene da dire: menomale, finalmente ci siamo arrivati – ha precisato la vicepreside Lia Sisti – poiché purtroppo finora è stato difficile per gli allenatori e per i compagni di squadra essere inclusivi”. A conferma di ciò la testimonianza di Fabrizio Magrini, dirigente dello special team Dukes Basket di Sansepolcro: “All’inizio la nostra squadra di basket non era capace di essere inclusiva e tenere in palestra i ragazzi con disabilità, che perciò dopo un po’ sparivano. Da quando invece abbiamo costituito il team Special Olympics ci siamo formati in questo senso e non solo siamo riusciti a riportare i ragazzi in palestra, ma anche a portarci i loro genitori che restano perfino a guardarli quando si allenano e a far partecipare il pubblico alle nostre partite. Ora stiamo organizzando un evento a Firenze e una sorta di gemellaggio con due squadre tedesche”.

Redazione
© Riproduzione riservata
24/10/2018 11:59:08


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