«Legittimo il licenziamento della dipendente Ikea con il figlio disabile a carico»
Anche in appello niente reintegro per la donna che voleva stare più con il suo bambino
Non è stato un comportamento discriminatorio il licenziamento di Marica Ricutti, l’ex dipendente Ikea con un figlio a carico disabile. Anche in appello, il giudice del lavoro, Silvia Ravazzoni, boccia l’impugnazione della donna, finita sulle prime pagine della cronaca, oltre un anno e mezzo fa, per un licenziamento che aveva scosso l’opinione pubblica.
Nella sentenza, depositata il 29 ottobre, il giudice ricorda, in realtà, come la dipendente non «fosse autorizzata a violare la turnazione solo perchè non condivisa. La lavoratrice, più correttamente, avrebbe potuto impugnare il provvedimento, ma non certo autodeterminarsi il turno secondo le proprie, seppure legittime, esigenze».
Ricutti contestava, nel merito, il fatto che i nuovi turni le impedissero di essere al fianco del figlio nei momenti della giornata più importanti per lui. La donna, secondo i giudici, oltre ad avere ignorato «le disposizioni del datore di lavoro», di fronte a un richiamo pubblico in mensa, avrebbe reagito nei confronti della sua responsabile che, richiamandola, avrebbe urlato «mi avete rotto i c....».
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