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Un cortonese in missione solidale in Birmania

Andrea Perugini in missione umanitaria con ONLUS Solidarité Identités

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Il Karen State è una zona della Birmania orientale, al confine con la Thailandia, martoriata dalla fine della seconda guerra mondiale da un conflitto tanto aspro quanto sconosciuto al grande pubblico. I Karen sono infatti un popolo che lotta sin dal secondo dopoguerra contro il governo centrale di Rangoon per vedere riconosciuta la propria indipendenza. Dopo la fine del colonialismo britannico il governo birmano, il cui stato è diviso in tanti gruppi etnici differenti, ha portato avanti una forte repressione nei confronti del popolo Karen, negando ogni legittima pretesa di autodeterminazione, attaccando i villaggi Karen e colpendo indistintamente i civili cercando così di smantellare ogni sacca di resistenza. Tutto ciò viene fatto anche per ragioni economiche: i Karen sono infatti da sempre ostili alla produzione e al commercio di stupefacenti, che sono stati per anni una preziosa fonte di sostentamento per la dittatura militare birmana. Nonostante le condizioni sfavorevoli, e nonostante il disinteresse totale della comunità internazionale, i Karen, che sono oggi quasi 4 milioni nella sola Birmania, hanno rifiutato di cedere alle angherie del potere centrale, rifiutando di scappare dalla propria terra, organizzandosi con un proprio esercito di liberazione per difendere i civili dai continui attacchi del governo centrale, proteggendo gli sfollati e ricostruendo i villaggi che subiscono gli attacchi delle truppe birmane. Ed è proprio qui che si inserisce la missione solidale a cui ha preso parte Andrea. Volontari italiani vanno infatti ormai da anni nel Karen State a portare aiuti alla popolazione, cercando di tenere alti i riflettori dei media occidentali su questa guerra dimenticata, e l’obiettivo di questa missione è quello di aiutare i Karen a costruire, con l’aiuto di fondi, materie prime e beni di prima necessità, un nuovo villaggio nella giungla, che possa dare una casa alle tante famiglie che si sono viste togliere la propria terra dagli attacchi dei militari birmani. Uomini, donne e bambini duramente provati dal conflitto, ma che non per questo sono mai stati tentati di scappare abbandonando le proprie radici, preferendo invece rimanere al proprio posto, a combattere per i propri diritti e per la propria identità.

Redazione
© Riproduzione riservata
20/11/2018 12:47:15


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