La classe 58 rinnova l’appuntamento annuale: sessanta, ma non pesano…
Una grande serata, nella quale le barriere sociali non esistono
Una volta i 60 anni erano il confine oltre il quale iniziava la vecchiaia, appena conclusasi la maturità. Adesso pare che le cose non stiano più così, ed i 60enni appaiono lanciati verso luminosi orizzonti… Un minimo di buon senso aiuta, come di consueto, ad interpretare in maniera corretta la realtà: è vero che i tempi sono cambiati, che l’aspettativa di vita è più alta che in passato, e che di conseguenza chi tocca quell’età possa essere ancora discretamente in forma (o quanto meno non veda… il traguardo pericolosamente vicino, come accadeva alcuni decenni or sono). Purtuttavia, non ci si può nascondere che sia più quel che è stato fatto che quello da fare, e che, come dire, il prodotto sia distante… meno di qualche secolo dalla data di scadenza impressa sulla confezione…
Tutto ciò in una situazione normale. Ma non, a quanto pare, per i classe 58 di Città di Castello: loro stravolgono –dicono- le leggi della natura, ed al fatidico grido de “l’unione fa la forza” si son presentati compatti e fiduciosi a quel 2018 che ha ormai permesso alla gran parte fra loro di allestire tutti i sobri (si fa per dire, conoscendo gli esuberanti soggetti) festeggiamenti del caso. Quelli individuali, dato che per quelli collettivi c’ è stato modo, al solito, di ritrovarsi in massa presso un noto locale sulle colline tifernati: già, la classica ‘convention’ della ‘iron class’ –cosa volete, sono figli di quel boom economico che vide l’America come un mito da imitare, e di conseguenza flirtano da sempre con gli anglicismi-. Con tanto di maglietta celebrativa sono accorsi in 60 (guarda un po’…) circa, tranne qualche… testa dura che se l’è dimenticata a casa: nel novero dei distratti anche il sindaco Luciano Bacchetta, che ha avuto peraltro modo di riscattarsi con una commossa, ed emozionante per tutti, orazione ufficiale. Grande serata, nella quale al solito le barriere sociali non esistono –come dovrebbe essere sempre e dovunque…- , il tu è d’obbligo, i ricordi e gli aneddoti si sprecano… E visto che è un piacere immenso ritrovarsi ogni anno fra amici che hanno condiviso l’infanzia e l’adolescenza, magari prima di perdersi poi un po’ di vista, prendiamo per buona l’indicazione che sull’immancabile Facebook uno dei 60enni ha lanciato alla vigilia della kermesse: una canzone come inno ufficiale dei 58 altotiberini (Waiting on a friend) che è dei ‘loro’ tempi, di una ‘loro’ band storica –i Rolling Stones-, e che recita più o meno così: “Non sono in attesa di una signora, ma semplicemente di un amico”. Prosit.
Renato Borrelli
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