Mafia, decapitata la nuova Cupola di Cosa nostra. Arrestato il boss Mineo, erede di Riina
Le cosche avevano ricostruito la storica organizzazione. Maxi blitz dei carabinieri: 46 fermati
Le cosche mafiose, dopo anni, avevano ricostruito la loro struttura. Era stata ricreata la storica «Cupola» di «Cosa nostra». Emerge da un’indagine della Dda di Palermo, che ha disposto il fermo di 46 persone, tra cui il nuovo capo dell’organizzazione, Settimo Mineo. Il boss che nel 1984 rispose «cado dalle nuvole» all’interrogatorio di Falcone dopo l’arresto. Il maxi blitz - nome in codice: operazione «Cupola 2.0» - dei carabinieri del comando provinciale contro il nuovo gotha di Cosa nostra è scattato questa mattina all’alba: e tra i 46 - fra boss e gregari – fermati c’è l’80enne Mineo, ufficialmente gioielliere, un «curriculum» mafioso di decenni, capo del mandamento di Pagliarelli. Ora, il nuovo capo di Cosa nostra, erede di Totò Riina. Già condannato a cinque anni al maxi processo istruito da Giovanni Falcone, fu riarrestato dodici anni fa per poi tornare in libertà dopo una condanna a 11 anni. Dopo la morte del boss Totò Riina, sarebbe stato designato al vertice della commissione provinciale che da anni ormai aveva smesso di riunirsi, segno che i clan avevano scelto di tornare alla struttura unitaria di un tempo. Un summit - per scegliere i nuovi vertici e riorganizzare le attività di traffico di droga e scommesse online - che riporta alla vecchia mafia. Come ispirata alla tradizione sembra essere l’organizzazione della nuova commissione provinciale guidata da Mineo.
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