La svolta di Macron: placare i gilet gialli con la patrimoniale
Il presidente: «Niente aumento dei carburanti per il 2019»
Troppo a lungo ha sottovalutato la protesta dei gilet gialli. Ma ora il governo francese è pronto ad aperture sempre più ampie e inaspettate nei confronti degli «arrabbiati» di Francia. Ieri sera l’Eliseo ha annunciato che l’aumento del prezzo dei carburanti, già congelato per sei mesi il giorno prima, non sarà applicato per tutto il 2019. Il premier Edouard Philippe ha inoltre confermato l’avvio di un dibattito nazionale su questa e altre questioni fiscali. E ha aggiunto: «Non abbiamo paura di estenderlo anche alla patrimoniale», in parte eliminata da Emmanuel Macron, una delle prime misure prese nell’estate del 2017, subito dopo la sua elezione.
«Il leader dei ricchi»
È l’Isf, l’Impot sur la fortune. Macron l’ha limitata solo al patrimonio immobiliare (sopra 1,3 milioni), ma l’ha annullata sugli investimenti finanziari. Da allora per una parte della popolazione lui è solo il «presidente dei ricchi», mentre Macron ha sempre ribattuto che quella misura riportasse in circolo nuovi capitali da investire. Negli ultimi giorni i gilet gialli, durante le manifestazioni, chiedono sistematicamente il ripristino dell’Isf. La sua parziale eliminazione, fra l’altro, ha privato di circa tre miliardi di euro di imposte la Francia nel 2018. E si prevedeva che, se l’aumento annunciato dei prezzi dei carburanti fosse stato applicato per tutto il 2019, questa misura (già inglobata nella finanziaria dell’anno prossimo) avrebbe portato 3,2 miliardi di nuove tasse. Insomma, il ritorno della patrimoniale potrebbe compensare il mancato caro benzina, senza dover alleggerire la spesa pubblica.
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