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Riapre il camping la Montesca a Città di Castello

La limonaia che diventerà un ristorante

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In vista della riapertura, annunciata dal gestore per primavera 2019, “ci sarà un sopralluogo ai lavori del campeggio Montesca e un nuovo incontro con Regione, Afor e privato, soprattutto a fronte della concessione della Limonaia al gestore, che potrebbe ingenerare impugnazioni”: queste le decisioni della Commissione di Controllo e Garanzia del Comune di Città di Castello, sintetizzate dal presidente Valerio Mancini, che aveva convocato l’organismo per parlare di “Controversie, prospettive, data di riapertura del camping a tre anni dall’affidamento all’attuale gestore da parte di Afor, l’Agenzia per la forestazione della Regione Umbria. Il bando dura 9 anni, ne sono passati tre ed è ancora chiuso. Turisti e tifernati hanno diritto che il campeggio funzioni, anche se non è l’unico esempio in Umbria di demanio non valorizzato dalla Regione”.  L’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini ha aggiornato la situazione: “Poche ore fa la Commissione Ambientale e Paesaggistica del comune ha dato il via libera al progetto presentato dal gestore in cui non sono previste strutture ancorate a terra”, anche se, come preciserà l’assessore durante il dibattito, “la legge regionale ne prevede d’ufficio per il 30% dei posti”. Ma la notizia più importante “è la riapertura per la prossima stagione estiva, annunciata dal gestore, che in questa fase sta ultimando l’impiantistica e alcuni interventi al complesso, reception e piazzale. Afor ha messo a gara i lavori per la messa a norma della piscina che saranno ultimati entro febbraio”. L’assessore ha anche citato “la delibera della Giunta regionale con cui l’immobile, noto come Limonaia, è stato affidato all’Afor, insieme alla gestione del Parco della Montesca, tappa preliminare per il passaggio al gestore del campeggio”. La Limonaia, che dovrebbe essere destinata ad a accogliere il ristorante, demolito perché non in regola, non rientrava nei beni del campeggio messi a bando dalla Regione e su questo aspetto si concentrerà molto del dibattito successivo.  Luciano Tavernelli, consigliere del Pd, sottolineando di parlare a titolo personale e non del gruppo, ha dichiarato che “il peccato originale è non aver salvaguardato il carattere pubblico del campeggio. Il bando è stato affrettato e aggiudicato solo in base alla migliore offerta economica. Il risultato è l’interruzione della continuità di servizio di un campeggio di mezza collina a cinque stelle, l’unico dell’Umbria. Credo si debba riabilitare anche i campeggiatori e fare una riflessione su nuovi lavori ad una piscina, la cui rispondenza a tutti requisiti di legge era stata certificata dalla Asl un anno prima di essere definita abusiva. L’ultimo peccato originale è la concessione della Limonaia con un accordo integrativo al contratto. Una struttura storica del patrimonio dei Franchetti diventerà un ristorante”. Per Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, “la problematica del camping ha diverse facce: in consiglio comunale la discussione ha riguardato il gestore ma anche il comune che avrebbe dovuto controllare almeno sul fronte edilizio. La questione, sopraggiunta, della Limonaia è pesante perché alla Montesca ormai non è rimasto più nulla, via l’Università, via la Sogepu, a ragione, ora perde anche la Limonaia. Riconvochiamo Afor e gestore”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha ribadito che “sulle opere irregolari, le colpe non sono soltanto dei campeggiatori, alcuni dei quali hanno prodotto un documento del comune in cui si dice che le strutture removibili sono legittimi. Nessuno del comune ha controllato o qualcuno ha fatto finta di non vedere? C’è un problema politico. La concessione della Limonaia, non prevista dal bando originario, configura un accordo di concessione, che non rispetta il dettato del bando. La Limonaia è al centro di uno scambio che mette al riparo la Regione da rivendicazioni da parte del gestore. Si poteva optare per la vecchia scuola Montessori, quasi in rovina”. Massimo Minciotti, consigliere del PD, in primo luogo si è detto “contento dell’annunciata riapertura e per quanto si può vedere i lavori in corso sono ben fatti. A suo tempo il gestore ha accettato l’affidamento e poi lo ha contestato. Io stesso ho seguito le difficoltà di una famiglia che aveva rilevato una casina nel 2014 e nel 2015 gli hanno chiesto di abbatterla. Se riapre il gestore dovrà è provvedere ad una segnaletica consona. Ora i bungalow ci saranno? La Limonaia sarà l’unica concessione extra o gestirà anche la foresteria e la casina del custode?”. Vittorio Massetti, consigliere del Pd, ha evidenziato come “per far diventare la Limonaia un ristorante c’è bisogno di un cambio di destinazione e si crea un precedente che potrebbe togliere al complesso della Villa Montesca anche la foresteria e gli altri immobili”. Anche Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra, si è informato sulla richiesta del gestore di insediare bungalow. Ursula Masciarri, consigliere del Psi, si è associata “alla soddisfazione per l’annunciata riapertura anche se l’affidamento della Limonaia ricopre aspetti delicati sotto il profilo della validità del bando  perché altri concorrenti potrebbero obiettare che la loro proposta economica non la contemplava. Inoltre il Parco senza la Limonaia perde la sua connotazione e su questo è necessaria una riflessione sugli sviluppi che può implicare”.

Redazione
© Riproduzione riservata
15/01/2019 15:50:12


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