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Ragazza palpeggiata a Pieve Santo Stefano: parla il dirigente scolastico

"I provvedimenti presi dalla scuola sono legittimi", dice la professoressa Cascianini

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“Sono proprio curiosa di sapere cosa dirà, se lo farà, il ministro Marco Bussetti, visto che qualcuno ha deciso di rivolgersi a lui per un provvedimento più che legittimo adottato dalla scuola. Anzi, è la dimostrazione che le istituzioni esistono: sarebbe stato grave rimanere inermi”. Pronta la replica della professoressa Laura Cascianini (nella foto), dirigente scolastico dell’istituto omnicomprensivo “Fanfani-Camaiti” di Pieve Santo Stefano, a proposito del grave episodio avvenuto il 25 ottobre scorso. E il messaggio è implicitamente rivolto all’avvocato difensore di uno dei due studenti denunciati. Stando alla ricostruzione dei fatti, un’alunna 15enne (della quale non è stata di proposito rivelata nemmeno la provenienza) sarebbe stata oggetto, dentro la scuola, delle eccessive “attenzioni” di un 18enne di origine magrebina, che l’avrebbe palpeggiata nelle parti intime dandole un bacio in bocca, mentre un 16enne dell’est Europa avrebbe tenuto chiusa la porta, svolgendo in tal modo un compito di favoreggiamento. Risultato: il primo è stato espulso dalla scuola, il secondo sospeso. I particolari relativi a quel giorno sono confermati dalla professoressa Cascianini, seppure con una precisazione: “Non è vero che avevano approfittato di un momento di confusione, perché era in corso una normale assemblea di istituto, ma soprattutto insisto sul fatto che ora siamo stati tacciati di aver deciso in maniera troppo frettolosa sull’espulsione di uno dei due giovani. L’avvocato, invece di appurare l’innocenza del suo assistito, si è aggrappato a un vizio procedurale. Faccio allora presente che la sottoscritta, nello svolgimento del proprio incarico, è responsabile sia degli atti amministrativi che della parte educativa; i provvedimenti adottati rientrano nelle piene facoltà di ogni istituto, perché sono di natura prettamente scolastica e qualora si ritenga che vi siano gli elementi oggettivi per prenderli. Non a caso, sono due distinti, perché dapprima abbiamo raccolto una serie di testimonianze all’interno della scuola e, una volta che il quadro della situazione è emerso nella sua chiarezza, abbiamo avuto certezze piene sul diverso peso del comportamento tenuto dai due studenti, ragion per cui uno è stato espulso e l’altro sospeso. Poi, la giustizia ordinaria farà il suo corso, ma quanto comminato dalla scuola non produce effetti su di essa. Se insomma un calciatore viene espulso, la squalifica gli arriva dal giudice sportivo e non gli sporca la fedina penale”. Chiosa finale della dirigente: “Ho agito così per tutelare non solo la ragazza, che ancora deve riprendersi da quello spiacevole fatto e la debbo recuperare, ma anche tutti gli studenti. Ciò deve servire da esempio”.

Redazione
© Riproduzione riservata
29/01/2019 22:10:26


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