Scontro aperto sulla Tav tra 5 Stelle e Salvini
Salvini insiste sull'opera. Di Maio: «Finché saremo noi al governo ci opporremo».
La Tav diventa per Di Maio l’ultimo baluardo di una lunghissima campagna elettorale che punta alle europee di fine maggio, passando per le regionali in Abruzzo, Sardegna e Basilicata. E così, passeggiando per le vie di Penne (Pescara) con al fianco Di Battista, che incarna l’anima `di lotta´ del M5s, il leader pentastellato dice No: «Finche ci sarà il Movimento 5 Stelle al governo la Tav Torino-Lione non ha storia, non ha futuro. Il cantiere ancora non c’è ma lo vogliono le peggiori lobby, che hanno sostenuto Renzi e Berlusconi». Le parole del vicepremier scavalcano quelle del ministro Danilo Toninelli, che annuncia la ricerca di «un punto di caduta»: entro febbraio, «tra pochi giorni», arriverà - spiega - il risultato dell’analisi costi-benefici. Fonti M5s del Mit vicine al dossier spiegano che il rapporto dei tecnici è «fortemente» negativo. Ma i leghisti spingono per il Sì, anche condizionato a un taglio dei costi. È questa la linea di Salvini, convinto che un’intesa si possa e si debba trovare. Non c’è infatti solo il No netto dei Di Battista. Ma anche il Sì deciso del Nord leghista, che spinge perché l’opera si faccia «e basta», senza modifiche. Qualche parlamentare cita l’ipotesi referendum o di far mancare i voti in Parlamento per lo stop all’opera (ma è dubbio che serva): la pressione è fortissima. Dai vertici di via Bellerio arriva però un messaggio «realista e di buonsenso». E ai Cinque stelle che sventolano il «No», Salvini replica ostentando calma. In ambienti parlamentari c’è chi ipotizza uno scambio tra la Tav e il No al processo per Salvini sul caso Diciotti: non è esiste, smentiscono da ambo i lati. E dal governo provano a placare le fiamme. A farsi garante della Lega rispetto alle intemerate pentastellate, decide di scendere in campo il presidente del Consiglio. Conte interviene con una nota a garantire che «la decisione finale» avverrà «non sulla base di sensibilità personali o di una singola forza politica» ma di una valutazione di «tutte le implicazioni tecniche, economiche, sociali», sulla base della analisi costi-benefici: «Renderemo trasparenti i risultati».
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