Al via il processo agli indipendentisti catalani: “Ci accusano per motivi politici”
Imputati i politici che organizzarono il referendum proibito dalla corte costituzionale
È cominciato alle 10,23 nell’aula del Tribunale Supremo il processo più importante della storia spagnola. Sul banco degli imputati i politici catalani che nell’ottobre del 2017 organizzarono il referendum proibito dalla corte costituzionale. Dei dodici accusati, nove sono in carcere preventivo da molti mesi. Tra loro non c’è l’ex presidente Carles Puigdemont che, con altri politici secessionisti, si è rifugiato all’estero. Il dibattimento andrà avanti per almeno tre mesi, la sentenza è attesa per l’estate. La tensione è altissima, la polizia ha blindato la zona, intorno al palazzo del centro di Madrid si sono radunati manifestanti catalani e dell’estrema destra, tenuti distanti dalle forze dell’ordine. All’ingresso degli imputati in libertà provvisoria, si sentono grida di insulti «golpisti!». Gli occhi del Paese sono rivolti al Tribunale Supremo, il processo viene trasmesso in diretta televisiva, da quello che succederà in questa aula dipenderà il futuro della politica spagnola, a partire dalla tenuta del governo Sánchez che ha bisogno dei voti dei partiti indipendentisti. Domani il giorno decisivo, quando in parlamento si voterà il via libera preliminare alla manovra economica.
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