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Dramma economico per Sansepolcro e la Valtiberina

Sono a rischio centinaia di posti di lavoro

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Sansepolcro e la Valtiberina nel dramma economico. Il 2019 è iniziato proprio con il piede sbagliato per l’economia di questo territorio. Il 16 gennaio, la chiusura al traffico della E45 per il sequestro del viadotto Puleto, che ha creato ripercussioni economiche negative nelle aziende più o meno direttamente collegate con questa importante arteria; poi, le attività commerciali di svariata tipologia (ristorazione, abbigliamento, arredamento, panificazione, cartoleria e giocattoli) che hanno chiuso i battenti nella città biturgense, così come alcune piccole aziende artigianali. Ma non finisce qui: la notizia del sequestro della cartiera di Anghiari ha lasciato per ora 30 persone senza lavoro, che comunque ripartiranno nel momento in cui l’azienda effettuerà gli interventi di messa a norma che si rendono necessari. Per finire, la clamorosa vicenda di Supermaglia a Sansepolcro: non è stata concessa la proroga al contratto di affitto e quindi gli 82 dipendenti del maglificio sono rimasti senza lavoro. Come possiamo quindi notare, le motivazioni sono svariate: provvedimento della Procura, crisi economica, irregolarità nello svolgimento dell’attività e una decisione che ancora lascia tutti di stucco, perché si parlava da tempo di una cessione delle quote alla cooperativa “Maglificio 38” che poi non è avvenuta. Un’azienda di prestigio, arrivata a occupare a suo tempo anche oltre 200 maestranze, sta ora per completare la sua parabola e tutti si domandano cosa sia successo. Nessuna vuole fare polemica o allarmismo, perché la crisi c’è ancora e molto forte con i centri storici si stanno svuotando un po’ da tutte le parti, ma ciò che lascia perplessi è, che mentre a Sansepolcro e in Valtiberina si chiude e basta, nella vicina Città di Castello si verifica nella maggioranza dei casi uno spostamento logistico da dentro a fuori le mura. Lo stesso esercente, insomma, cambia sede, ma la sua attività non muore e la tendenza divenuta evidente negli ultimi 4-5 anni è quella di concentrarsi a nord, in prossimità dello svincolo della E45, in una zona che è divenuta meno industriale o artigianale e più commerciale. Tutto questo può essere più o meno accettabile dal punto di vista etico, ma in ogni caso non esiste una perdita di occupazione; al massimo, il fenomeno è attenuato. Al Borgo invece no; al Borgo – signori – si chiude!           

Redazione
© Riproduzione riservata
04/03/2019 10:20:29


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