Svolta sull'utero in affitto: “La madre adottiva va sempre riconosciuta”
Il parere della Corte europea dei diritti umani. Ma non sarà vincolante
Utero in affitto, da Strasburgo un’importante apertura. Non è una sentenza vincolante per gli Stati membri, solo un parere su un caso specifico, ma il concetto espresso dai giudici della Corte europea dei Diritti umani è chiaro ed è stato preso all’unanimità dai 17 componenti del Tribunale europeo. Nell’interesse del minore, scrivono i giudici nel loro parere chiesto dalla Cassazione francese, gli Stati devono riconoscere legalmente il legame genitore-figlio con la madre intenzionale, cioè quella non biologica, indicata come «madre legale» secondo la legislazione di alcuni Paesi. Non farlo, potrebbe avere un impatto negativo sul diritto del minore. Se la legislazione del Paese europeo non consentisse il riconoscimento diretto, la corte di Strasburgo suggerisce altre vie come l’adozione. All’origine del pronunciamento dei giudici di Strasburgo un caso che sta ancora impegnando la magistratura francese. Si tratta di una coppia di coniugi che ha chiesto di essere registrata come genitori di due bambini nati con la gestazione surrogata portata avanti da un’altra donna in California. Lo Stato francese fino ad ora ha regolarizzato solo il padre, in quanto genitore biologico. Ma non sua moglie, madre committente di fatto, ma senza alcun legame biologico coi bambini. Di fronte alla mancata registrazione i coniugi si erano rivolti alla magistratura. Fino alla Corte di Cassazione che ha investito i giudici di Strasburgo che si sono avvalsi per la prima volta dell’istituto dell’opinione non vincolante.
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