Sansepolcro: i problemi della E45 stanno incidendo sul movimento turistico da nord
La situazione del viadotto Puleto non fa rischiare nemmeno chi ha l'auto
La situazione del viadotto Puleto sulla E45 sta esercitando in Valtiberina, a livello di movimento turistico, lo stesso negativo effetto del forte terremoto di circa tre anni fa nelle zone di Umbria, Marche e Lazio. C’è paura di venire qui, soprattutto ora che siamo nel periodo delle gite. Lo dicono le operatici dell’ufficio informazioni turistiche di via Matteotti a Sansepolcro, evidenziando le tante ombre e le poche luci di questo avvio di 2019. “Le disdette dei gruppi organizzati, scuole comprese, sono state purtroppo diverse – ha sottolineato Maja Malbasa, che da quasi dieci anni lavora nella struttura – e più volte abbiamo assistito allo stesso ritornello, ovvero alla telefonata di preoccupazione, che alla fine ha scoraggiato anche chi con l’auto avrebbe potuto percorrere a bassa velocità il Puleto. La tragedia di Genova dello scorso anno e la chiusura della superstrada avvenuta lo scorso gennaio hanno prodotto un’immagine negativa che la nostra zona sta pagando. Nessuno se la sente di rischiare, nemmeno con l’auto: questo il messaggio che sta passando, alla stessa stregua di una psicosi. Mi riferisco ovviamente ai flussi di comitive provenienti dal nord Italia, ma anche agli amici dell’Adriatico, che per Pasqua si recavano solitamente da noi anche per promuovere l’attività balneare estiva. Per chi arriva da sud e sud-est, la situazione si è complicata nel momento in cui alla visita qui da noi aveva abbinato anche quella in Casentino”. Un fenomeno generalizzato da inizio anno? “A dire il vero, nei mesi di gennaio, febbraio e anche marzo c’è stato un leggero incremento rispetto agli anni scorsi, poi però la prima quindicina di aprile siamo andati sotto la media standard, vuoi per la Pasqua bassa di quest’anno, vuoi per il maltempo. Adesso il clima è senza dubbio più primaverile, ma vi sono i problemi sopra esposti che ci priveranno di una bella fetta di turisti. Fanno eccezione i pellegrini: la loro presenza è più omogenea nell’arco dei dodici mesi, fra Cammini di San Francesco e Gea (Grande Escursione Appenninica), nella quale si sono cimentate persone provenienti anche da Israele”. Già, gli stranieri: per vederli bisognerà attendere primavera inoltrata?. “Ci sono tedeschi, olandesi e danesi – ha precisato Maja Malbasa – più alcuni russi giunti da San Pietroburgo, dove sono state esposte fino a inizio marzo le due opere di Piero della Francesca conservate nel museo civico, ma la morale di fondo è un’altra: dobbiamo lavorare su strade e viabilità, altrimenti rimaniamo tagliati fuori, non dimenticando che da oltre un anno è chiusa anche la strada del valico di Bocca Trabaria”.
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