Raggi indagata per abuso d’ufficio su vicenda Stadio
Respinta la richiesta di archiviazione formulata dalla procura e disposte nuove indagini
Nuove indagini sulla sindaca di Roma, Virginia Raggi. A deciderlo il gip Costantino De Robbio che ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla procura e disposto nuove indagini. La sindaca in questo filone d’inchiesta legato al nuovo stadio della Roma calcio è indagata con l’accusa di abuso d’ufficio. L’indagine è quella per la quale la Raggi è stata iscritta sul registro degli indagati alla luce di un esposto presentato nei mesi scorsi dall’architetto, Francesco Sanvitto, per conto dell’associazione Tavolo della libera urbanistica, in cui si ipotizzava il reato di abuso d’ufficio legato alle procedure con le quale il Comune ha scelto di pubblicare il progetto per il nuovo stadio della Roma, approvato dalla Regione Lazio nella Conferenza dei Servizi, prima di farlo approvare dal Consiglio Comunale.
Nell’esposto, presentato prima dell’estate, si afferma che «il verbale della Conferenza dei Servizi non solo non è stato sottoposto alla prima seduta utile come richiesto dall’art. 62 comma 2bis del DL 2017/50 ma non è stato mai sottoposto al Consiglio Comunale, bensì siè proceduto alla pubblicazione che sarebbe dovuta intervenire dopo che la variante fosse stata eventualmente approvata dal Consiglio Comunale». Per la procura però non ci sono profili penali nella procedura e per questo aveva chiesto l’archiviazione del procedimento. Ora gli atti sono tornati all’aggiunto Paolo Ielo e al pm Elena Neri che dovranno decidere se chiedere nuovamente l’archiviazione o se chiedere il processo per la Raggi. Momento non facile per la prima cittadina della Capitale già travolta dallo scandalo Ama e dagli esposti dell’ex ad Lorenzo Bagnacani. La decisione del gip è arrivata infatti a pochi giorni dagli audio imbarazzanti pubblicati dall’Espresso. «Rinadiamo la totale estraneità della Raggi alla vicenda», scrivono in una nota i legali della sindaca, gli avvocati Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori sostenendo che tutto fu svolto in maniera regolare «a garanzia e nel rispetto della fase pubblicistica e nel rispetto di buon andamento dell’azione amministrativa, compreso il principio della partecipazione e trasparenza dell’azione amministrativa». I due avvocati, in sostanza, aspettano una nuova richiesta di archiviazione da parte della procura della Capitale.
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