Nel consiglio comunale straordinario il futuro della Riserva Naturale del Sasso di Simone
Questo sembra essere il tema di una silente campagna elettorale a Sestino
Consiglio comunale straordinario, il 28 aprile, con all’ordine del giorno un solo argomento: il documento prodotto dalle aziende agricole, patrocinate dalla Coldiretti. “Richiesta di riduzione dei confini della Riserva Naturale del Sasso del Sasso di Simone e Simoncello”. Il tema, in affetti, è un dibattito che fa discutere gli interessati da oltre un anno e la protesta, portata in varie sedi, anche in provincia di Arezzo e davanti agli organi competenti della Regione Toscana, sia da delegazioni di settore che dall’amministrazione comunale con il sindaco Marco Renzi, è nato per vari problemi che, come sottolineato in più momenti degli interventi in consiglio comunale, non sempre hanno motivo nella Riserva stessa, che tra l’altro non comprende il Simoncello. Nasce, come il dibattito ha riproposto, da una più puntuale regimazione del taglio dei boschi e dell’esbosco nell’area privata che compone la Riserva, da multe – conseguentemente - perpetrate dai Carabinieri Forestali contro vari privati, da una eccessiva presenza di cinghiali, da molti ritardi nel pagamento dei danni subiti dai coltivatori. Il sindaco Renzi ha spiegato - e ha messo a disposizione di tutti in un report scritto – i vari contatti intercorsi tra le parti, nei quali ha voluto coinvolgere direttamente anche il capogruppo dell’opposizione Franco Dori, oggi candidato con una propria lista alle imminenti elezioni. Nel dibattito sono intervenuti vari consiglieri e rappresentanti del Comitato di protesta. E sono emersi argomenti di diverse considerazioni. Il consigliere Marco Masagli, dell’attuale maggioranza, nell’esprimere comprensione per i disagi, ha espresso il parere che gli ungulati non sono il prodotto della Riserva e che, pensando ad una politica territoriale, la Riserva deve essere un volano per l’economia locale e degli allevatori stessi, per un turismo di qualità che potrebbe essere potenziato – come a volte emerso – dalla formazione di un unico parco interregionale Toscana-Marche-Emilia Romagna. Il capogruppo Franco Dori ha appoggiato “in toto” le richieste delle aziende agricole, chiedendo che l’amministrazione comunale si faccia tramite per un ridimensionamento della riserva, limitandola al solo demanio militare. Il sindaco Renzi ha sintetizzato i vari aspetti, ricordando che il contenimento degli ungulati è attribuito - ma occorrono modifiche – alle squadre dei cacciatori locali che le attività e i problemi dovrebbero essere risolti nella “Comunità della Riserva”, ampiamente rappresentativa ma da anni mai convocata. Ha anche messo in relazione vari aspetti pratici: il Parco interregionale, eventualmente, non avrebbe “decisori” a Firenze ma sul luogo, i finanziamenti non si limiterebbero a qualche migliaio di euro, gli “operatori” addetti costituirebbero nuovi posti di lavoro, i problemi giustamente lamentati dagli allevatori, non avrebbero la trafila burocratica attuale. In effetti la Riserva nacque per limitare l’uso del poligono, per salvare dal degrado un terreno per decenni abbandonato a sé stesso e metterlo a disposizione delle aziende agricole, che oggi si avvalgono dei prati dell’area per l’alpeggio delle Chianine. Dopo un lungo percorso di studi e di proposte - con l’arrivo di molti finanziamenti - nacquero anche strutture legate alla Riserva e molte iniziative, che sono state abbandonate a partire dal 2010. “E’ un problema che deve risolvere la politica - è stato ribadito dalle varie parti - e la politica, con i nuovi amministratori - ha concluso il sindaco Renzi - saprà senz’altro risolverlo, anche perché quasi dieci anni fa sia la Regione Toscana che l’Emilia Romagna, con lettera del presidente Errani - avevano dichiarato la non contrarietà ad un Parco Interregionale”. Riserva “Sì”, Riserva No”, in definitiva, sembra il tema centrale di questa fino ad ora “silente” campagna elettorale.
(Giancarlo Renzi)
Commenta per primo.