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Mattarella promulga la legge sulla legittima difesa: “Ma non si indebolisca il ruolo dello Stato”

Salvini: «Posso difendermi». L’Anm: «Per i dubbi di costituzionalità andrà al vaglio della Consulta»

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Sì dal Quirinale alla legittima difesa, ma con pesanti paletti. E raccomandazioni. Il Capo dello Stato ha firmato la riforma approvata un mese fa dal Parlamento, accompagnando la firma con una lettera ai presidenti delle Camere e al premier Giuseppe Conte in cui sottolinea che «la nuova normativa non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l’azione generosa ed efficace delle Forze di Polizia». «L’art.2 della legge, modificando l’art.55 del codice penale- prosegue la lettera- attribuisce rilievo decisivo allo stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto: è evidente che la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla Costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta», scrive ancora Sergio Mattarella, toccando uno dei più punti più delicati della riforma, quello che prevede, di fronte a un grave turbamento della vittima, la possibilità di reagire senza incorrere in sanzioni penali. Gelida la reazione di Matteo Salvini, che ha fatto della riforma uno dei cavalli di battaglia della sua azione di governo: «Io ascolto con interesse estremo i rilievi del capo dello Stato, ma la legittima difesa è legge dello Stato e i rapinatori da oggi sanno che se entrano in una casa, un italiano può difendersi senza rischiare di passar anni davanti a un tribunale. Non è il Far West». «Questa legge - ha aggiunto - rende il mestiere dei rapinatori più pericoloso di quello che era ieri». Sono possibili ricorsi alla Corte Costituzionale? «Vorrei vedere - ha osservato Salvini - qualche giudice della Consulta, Dio non voglia, che si trovasse qualcuno in casa armato e sta lì a sfogliare il codice penale prima di difendere se stesso e i figli. Siamo seri». Anche su questo tema di registra un dissenso con il M5S: «Siamo assolutamente d’accordo con Mattarella, la sicurezza dei cittadini è esclusiva responsabilità dello Stato, nessuna legge sopra questo principio», twitta la presidente della commissione Giustizia della Camera Francesca Businarolo. Magistrati e avvocati accolgono i rilievi del Quirinale: «Piena adesione a quanto segnalato da Mattarella», spiega il presidente dell’Anm Pasquale Grasso. «Nella concreta applicazione, se emergeranno dubbi di costituzionalità, saranno sottoposti al vaglio della Corte Costituzionale». Critici anche i penalisti: «L’interpretazione del Capo dello Stato vanifica l’intero impianto normativo e ne dimostra la vuota natura propagandistica», attacca il presidente dell’Unione delle Camere penali Giandomenico Caiazza, che giudica la lettera del capo dello Stato «un fatto eccezionale che dimostra la fondatezza delle perplessità di ordine costituzionale che dal primo momento abbiamo denunciato».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
26/04/2019 14:06:36


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