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Il Regno Unito pensa al colpo di spugna sui crimini militari commessi in guerra

La nuova Segretaria di Stato alla Difesa pensa a una specifica legislazione

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Il Regno Unito è intenzionato ad approvare quello potrebbe essere un colpo di spugna su eventuali crimini commessi dai suoi militari nei conflitti del passato. La nuova Segretaria di Stato alla Difesa, Penny Mordaunt, vuole introdurre una legislazione per impedire di aprire procedimenti contro il personale dell’esercito per fatti avvenuti durante il servizio all’estero oltre 10 anni fa, e che coprirebbe quindi interventi come quelli in Iraq o in Afghanistan. «È arrivato il momento di cambiare il sistema e di fornire le giuste protezioni legali per assicurarci che le decisioni prese dal nostro personale in servizio sul campo di battaglia non conducano a indagini ripetute o ingiuste», ha dichiarato Mordaunt nell’annunciare il piano che sarà presentato ufficialmente ai Comuni. La nuova legge stabilirà che i procedimenti giudiziari per accuse che riguardano gli eventi nel passato di oltre 10 anni non dovranno essere considerati di interesse pubblico tranne in «circostanze eccezionali», quando dovessero essere presentate nuove prove stringenti per riaprire vecchi casi. L’intenzione di presentare un provvedimento del genere era stata già annunciata da Theresa May alla Conferenza dei Conservatori del 2016 quando la premier disse di voler porre fine a quella che definì «l’industria delle rivendicazioni vessatorie» nei confronti dei soldati, che dal 2004 è costata al il Ministero della Difesa oltre 100 milioni di sterline.

Il provvedimento dovrebbe però escludere eventuali crimini commessi in Irlanda del nord. Il dibattito sull’opportunità di riaprire vecchi casi giudiziari legati all’operato di militari attuali o veterani si è riacceso nel Paese quando nel marzo scorso il procuratore generale dell’Irlanda del Nord ha anunciato che per la prima volta, dopo ben 47 anni, un paracadutista britannico sarebbe finito sul banco degli imputati per il Bloody Sunday, quando durante una manifestazione a Derry contro gli arresti senza processo di sospetti nazionalisti, i militari britannici spararono sulla folla uccidendo 14 persone e ferendone 12. Includere anche l’Irlanda del Nord sarebbe una mossa molto rischiosa. Soprattutto in seguito alla Brexit e al rischio di un ritorno del confine fisico tra l’Ulster e il resto dell’isola, la tensione nella regione sta tornando alle stelle e proprio il mese scorso l’Iira è tornata a fare vittime con l’uccisione, durante degli scontri con la polizia, della giornalista Lyra McKee. I repubblicani dello Sinn Féin hanno già a annunciato che non accetteranno nessuna forma di “immunità o impunità verso le forze armate britanniche colpevoli di crimini, collusioni e omicidi” nella regione. La momento ci sarebbero fino a 200 militari sotto investigazione per crimini commessi durante i Troubles, il conflitto nord irlandese durato fino al 1998 e che ha causato 3.500 vittime.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
15/05/2019 14:29:10


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