Spread schizza a 290 punti. Salvini: “Non mi preoccupa”. Conte: “Fibrillazioni elettorali”
Attaccano Forza Italia e Pd: «Le liti del governo fanno pagare il conto agli italiani»
Lo spread Btp-Bund, la differenza tra il tasso di rendimento del titolo decennale italiano e quello tedesco, è tornato a salire dopo le liti di governo e ha chiuso sotto la soglia dei 290 punti, in deciso rialzo rispetto ai 280 di ieri toccati dopo le parole del vicepremier Matteo Salvini che aveva sfidato l’Europa. Un segnale che preoccupa e che scatena ulteriori dichiarazioni della politica in campagna elettorale. Salvini ha tenuto a precisare che il differenziale, mai così alto negli ultimi cinque mesi, non lo preoccupa: «Prima c’è il diritto alla salute e al lavoro dei cittadini italiani - ha detto - Ci sono vincoli europei fuori dal tempo, vanno cambiati». Mentre il suo rivale-alleato Luigi Di Maio pungola: «Più dello spread mi interessano le famiglie. Poi è chiaro che ci vuole responsabilità, quello che interessa ai cittadini è garantire stabilità ed evitare tensioni».
Ma attacca Fi, con Mariastella Gelmini: «Le liti condominiali degli inquilini di Palazzo Chigi potrebbero costare agli italiani circa 1,3 miliardi di euro in interessi all’anno. Soldi tolti agli investimenti e al welfare. Complimenti!» ha twittato la presidentessa dei deputati di Forza Italia. Ironizza il leader dei Moderati eletto alla Camera con il Pd, Giacomo Portas: «Di Maio e Salvini a forza di parlare fanno schizzare lo spread verso l’alto. Mi auguro solo che ai due vicepremier nei prossimi giorni venga un bel mal di gola, così staranno zitti e gli italiani smetteranno di perdere soldi».
Il premier Conte cerca di gettare acqua sul fuoco: «Non mi fa piacere, lo ricollego alla competizione elettorale che crea agitazione sui mercati. Tutti i partiti sono impegnati a raggiungere dei successi, stanno rimarcando il territorio politico, ci sono dichiarazioni anche molto forti, ma confido che tutto venga ricondotto in ordine il giorno dopo le elezioni». Posizione subito rimarcata dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria: «Il nervosismo dei mercati, che si legge nelle oscillazioni dello spread, è ingiustificato ma comprensibile alla vigilia di queste importanti elezioni europee. Ingiustificato perché gli obiettivi di finanza pubblica del governo sono quelli proposti dal governo stesso e approvati dal Parlamento con il documento di economia e finanza».
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