Miliardario di Hong Kong fa causa al robot che ha perso la sua fortuna in Borsa
Primo caso di una persona che porta in tribunale una intelligenza artificiale
Venti milioni di dollari volatilizzati. Chi è responsabile della perdita in Borsa? Doveva essere in investimento “sicuro” e si è tramutato in una perdita secca. E un miliardario di Hong Kong decide di portare in tribunale l’intelligenza artificiale che ha gestito il sistema di trading ad altissima velocità che doveva portare anche una performance notevole ma che si è tramutato invece in un bagno di sangue. Il supercomputer, insomma, ha sbagliato. Ovviamente non si può portare in tribunale un’intelligenza artificiale , almeno non in questo secolo, anche se va detto che nel ventesimo secolo lo scrittore di fantascienza Isaac Asimov aveva lavorato a lungo sul tema dell’intelligenza artificiale e dei suoi diritti e doveri, coniando tra le altre cose le tre leggi della robotica.
Invece, Samathur Li Kin-kan, il miliardario figlio di miliardario (il padre è uno dei maggiori investitori in Shaftesbury, la società immobiliare che a Londra possiede la maggior parte di Chinatown, Covent Garden e Carnaby Street), ha deciso di fare causa all’agente che gli ha venduto il sistema di intelligenza artificiale, cioè Raffaele Costa, britannico, che ha lavorato nel trading per Man Group e Glg Partners.
È la prima volta che si va in un tribunale a causa di investimenti persi non per errore del trader ma per un sistema di intelligenza artificiale che ha fatto malissimo il suo lavoro.
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