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Scandalo Procure, Lotti si autosospende dal Pd: “Non partecipo al festival delle ipocrisie”

I "renziani" temono un complotto ai loro danni con manovratore Zingaretti

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Le polemiche sulle nomine del Csm creano scompiglio nel Pd, Luca Lotti si auto-sospende dal partito annunciando su Facebook la sua decisione di fare un passo indietro. L’ex ministro attacca frontalmente Luigi Zanda, che lo aveva invitato a lasciare il Pd. Ma se il bersaglio ufficiale è l’ex capogruppo al Senato, nel mirino dei renziani ora c’è proprio il segretario Nicola Zingaretti, ritenuto da molti esponenti della minoranza il vero ispiratore delle dichiarazioni di Zanda. «Vogliono buttarci fuori dal Pd – si sfoga un parlamentare renziano – ma non li accontenteremo. Saremo lì a rompere i c… tutti i giorni. Il partito non è loro». 

Da giorni molti premevano su Zingaretti perché prendesse una posizione netta nei confronti di Lotti, Carlo Calenda stamattina su twitter aveva usato toni duri: «Quello di Lotti Luca non è affatto un comportamento normale. È al contrario inaccettabile da ogni punto di vista. A quale titolo e con quale scopo si concertano azioni riguardanti magistrati? Il Pd deve dirlo in modo molto più netto rispetto a quanto fatto fino ad ora». Zanda era andato anche oltre: «Io non giudico nessuno, ma Luca Lotti ora valuti attentamente se è il caso di lasciare il Pd finché non sarà chiarita la sua posizione. Se (Lotti e Ferri, ndr) si sono occupati di nomine con alcuni togati del Csm, non hanno certo chiesto l’autorizzazione al Pd».

Affondi che tra i renziani sono stati vissuti come una vera e propria dichiarazione di guerra decisa proprio al quartier generale del partito. Più d’uno, raccontano, avrebbe chiesto conto al segretario delle parole di Zanda. Zingaretti, spiegano, avrebbe detto a tutti che l’ex capogruppo si è mosso di propria iniziativa, senza alcun input dal vertice Pd. Una tesi che, appunto, non convince la maggior parte dei renziani. Lotti, nel suo post su Facebook, nega tutte gli addebiti: «Non ho fatto pressioni, non ho influito nel mio processo, non ho realizzato dossier contro i magistrati, non ho il potere di nominare alcun magistrato. Chi dice il contrario mente». A Zanda risponde duramente: «Mi chiede esplicitamente di andarmene per aver incontrato alcuni magistrati e fa quasi sorridere che tale richiesta arrivi da un senatore di lungo corso già coinvolto - a cominciare da una celebre seduta spiritica - in pagine buie della storia istituzionale del nostro Paese».

Quindi, si rivolge a Zingaretti: «Caro segretario, apprendo oggi dai quotidiani che la mia vicenda imbarazzerebbe i vertici del Pd. i fatti sono chiari. Tu li conosci meglio di altri anche perché te ne ho parlato in modo franco nei nostri numerosi incontri. Ti comunico dunque la mia autosospensione dal Pd fino a quando questa vicenda non sarà chiarita. Lo faccio non perché qualche moralista senza morale oggi ha chiesto un mio passo indietro. No. Lo faccio per il rispetto e l`affetto che provo verso gli iscritti del Pd». Zingaretti risponde con una nota: «Ringrazio Luca Lotti per un gesto non scontato che considero di grande responsabilità nei confronti della politica, delle istituzioni e del Pd. Penso che questa scelta gli consentirà anche di tutelare al meglio la sua posizione in questa vicenda che, come ha detto lo stesso Lotti, deve essere ancora chiarita».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
15/06/2019 06:11:26


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