"Voglio la verità sulla morte di mio figlio": questo è il grido del padre di Luca Moretti
Troppe cose non tornano, il ragazzo poteva essere salvato?
Il babbo di Luca Moretti, il giovane operaio di 26 anni, che un anno fa scomparve da Rigutino dove abitava e i suoi resti furono ritrovati dopo un mese di ricerche in un campo a Policiano, chiede di sapere la verità sulla morte del figlio. Secondo l'inchiesta dei carabinieri di Arezzo, che hanno ricostruito gli ultimi movimenti del giovane e i contatti, il giovane mori per droga. In un fascicolo della procura sarebbero racchiusi elementi importanti, ma da tempo in attesa di una valutazione da parte dei giudici. Da perseguire gli spacciatori, il cui giro pare sia stato individuato. Luca potrebbe anche essere stato scaricato nel luogo isolato dove il corpo rimase per un mese esposto agli agenti atmosferici. Forse quando il malore lo colse, non era solo e poteva essere salvato. Con rispetto e dignità, babbo Luigi - stimato artigiano aretino - attende e si augura una svolta. Ai colleghi del Corriere di Arezzo ricorda il figlio come un lavoratore, non sapeva che il problema droga avesse quelle dimensioni per lui, esprime il senso di vuoto lasciato dalla sua morte per la quale chiede verità e giustizia. Dopo essere stato con un amico ad Arezzo, il 26enne non rientrò a casa dove era atteso per cena. Iniziarono le ricerche, fin quando il 29 giugno i resti del corpo furono individuati da un agricoltore nel campo. Aveva i documenti e il telefonino. Secondo il babbo lì in quel luogo distante chilometri da casa da sé non era andato a piedi. Nessuno lo vide passare. L'autopsia, difficoltosa, escluse traumi sul corpo e si profilò lo scenario di una overdose. Gli inquirenti avrebbero scoperto cose rilevanti.
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