Proteste e oltre 200 feriti in Georgia, si dimette il capo del Parlamento
Una folla di 10.000 persone assalta la sede istituzionale e viene respinta dalla polizia
Tensioni e disordini in Georgia, dove l’intervento in Parlamento di un deputato russo ha scatenato l’ira di migliaia di persone. Ieri sera, e per tutta la notte, il centro di Tbilisi è stato un campo di battaglia con scontri tra la polizia e una folla di manifestanti che cercavano di fare irruzione in parlamento. I feriti sono almeno 240, tra cui 80 agenti. La polizia ha fermato oltre 300 persone ed è stata criticata per aver sparato proiettili di gomma e lacrimogeni. Ma alla fine i dimostranti hanno ottenuto almeno uno dei loro obiettivi: le dimissioni dello speaker del Parlamento Irakli Kobakhidze. Il deputato russo, il comunista Sergey Gavrilov, ha parlato seduto sulla poltrona del presidente del Parlamento georgiano. E per di più in lingua russa. Un gesto che potrebbe sembrare insignificante, soprattutto considerando che Gavrilov era stato invitato con una delegazione di Mosca nell’ambito dell’Assemblea dei parlamentari dei Paesi cristiano-ortodossi. Ma dopo la guerra lampo del 2008, che vide le truppe russe arrivare alle porte di Tbilisi, i rapporti tra la Georgia e il Cremlino sono ridotti ai minimi termini. Aver offerto a un politico russo la possibilità di prendere la parola al Parlamento georgiano per molti è di per sé un oltraggio alle istituzioni. Ma c’è anche chi accusa Gavrilov di aver combattuto in Abkhazia contro i georgiani: il diretto interessato assicura però di non aver «mai partecipato a una guerra» e che si tratta di una menzogna.
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