Grandinata a Sansepolcro, richiesta dello stato di calamità naturale
Dopo il 5 marzo 2015, quella di sabato la giornata peggiore a livello atmosferico
“Abbiamo avviato le procedure per inoltrare la richiesta del riconoscimento dello stato di calamità naturale, con tutte le problematiche del caso, per fare in modo che almeno si intervenga a sostegno dei lavori di somma urgenza realizzati dagli enti pubblici”. Così il sindaco Mauro Cornioli sull’evento atmosferico del pomeriggio di sabato scorso; sotto questo profilo, dopo il 5 marzo 2015 è stata la data peggiore per Sansepolcro, che ha vissuto una giornata festiva leccandosi le ferite provocate dalla repentina ondata di maltempo. Allora, furono dodici ore di forti raffiche di vento; stavolta, un solo quarto d’ora di tempo, ma con una grandine caduta intensamente e con chicchi di una consistenza tale da essere considerati vere e proprie sassate scagliate con violenza dall’alto. Che inevitabilmente hanno provocato danni e a tratti generato anche forte preoccupazione. Lo scenario vissuto dalle 19 alle 19.15 di sabato è stata una incredibile parentesi di questo giugno pienamente estivo, circoscritta di fatto alla sola città biturgense; per meglio dire, al solo centro abitato, perché in frazioni di campagna quali il Trebbio e Gragnano non è successo praticamente nulla. D’altronde, la grandine si manifesta per fasce e in questo caso c’erano nel mirino il centro storico e l’immediata periferia del Borgo. Chi osservava l’orizzonte da Città di Castello e da Anghiari, ha notato un enorme cono scuro sopra il Borgo e in molti hanno trascorso la serata del sabato la mattinata della domenica a rimboccarsi le maniche per togliere l’acqua dagli scantinati e pulire strade e piazzali colorati di verde dal fogliame caduto assieme ai chicchi ghiacciati, che nel centro storico hanno trasformato per diversi minuti le strade in veri e propri ruscelli con acqua corrente. E poi il capitolo danni: in base a una prima sommaria stima – si parla di ammaccature (anche vistose) su alcune migliaia di auto, che sono state le principali vittime della violenta grandinata. Già ieri mattina, c’era un’autentica coda di automobilisti nelle carrozzerie del posto. Si può immaginare quindi la particolare reazione di chi la vettura l’aveva acquistata da pochi giorni, o di chi si è ritrovato con i tettini e i parabrezza sfondati. “Gli edifici hanno pagato il conto in termini di lucernari, persiane, tende, tendini e anche vasi – ha aggiunto il primo cittadino – specie quelli che li avevano rivolti verso ovest (l’esposizione peggiore), ma mettiamoci anche i coppi dei tetti di qualche abitazione e le lanterne di giardini e abitazioni private”. Ieri mattina, transennato anche Palazzo delle Laudi: “Dovevamo effettuare verifiche in tutti i palazzi pubblici – ha concluso Cornioli – perché qualche pezzetto di pietra è inevitabilmente caduto, ma alla fine tutto era a posto”.
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