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Aifa: “Gli italiani prendono troppi farmaci”

Oggi prendiamo una pillola e mezzo a testa ogni giorno per una spesa di 29 miliardi

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Consumiamo in media un pillola e mezzo al giorno a testa per una spesa pari a 29 miliardi di euro ma una parte consistente di questi li buttiamo dalla finestra perché assumiamo irregolarmente i farmaci che ci prescrivono o interrompiamo anzitempo le terapie, che così diventano inefficaci. Il 41,6% di chi è sotto cura antipertensiva con le statine non aderisce alla terapia e la stessa cosa fa il 57,5% di chi è sotto cura con gli antiurici e il 40,1% di chi è in trattamento con antidepressivi. E le cose peggiorano con il crescere dell'età.

Il nostro cattivo rapporto con pillole e sciroppi spunta tra le pieghe delle centinaia di pagine del rapporto Osmed sull’uso dei farmaci in Italia presentato oggi dall’Aifa, l’Agenzia pubblica che regolamenta il settore.
Distrazioni ed errori nell’assumere le terapie comuni a mezzo mondo ma che costano caro, sia in termini di spreco delle risorse che di vite umane. Secondo un Rapporto europeo del 2012 gli errori di dosaggio o le dimenticanze nell’assumere i medicinali fanno nel  Vecchio continente oltre 194 mila morti lanno e fanno sperperare ben 125 miliardi per ricoveri altrimenti evitabili. Secondo l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, tra il 30 e il 50% dei farmaci non è assunto come si dovfrebbe e inoltre tra il 30 e il 70% dei pazienti commette un’errore o uno scambio involontario di farmaci, specie quando si passa da un ambito di cura ad un altro. Problema quantomai sentito tra gli anziani, dove la presenza di più patologie in contemporanea è quasi la regola. Tanto che l’11% di loro, ossia un milione e mezzo di ultra sessantacinquenni arriva a mandare giù ogni giorno 10 più medicinali. E in questi casi saltare o invertire una pillola è facile. Infatti il 70% degli over 65 non aderisce alle terapie prescritte dal medico. Errori che possono far ritardare una guarigione o far sbaklzare per un po’ qualche valore da tenere sotto controllo. Ma che possono portare anche dritti a un letto d’ospedale, come dimostra un recente rapporto del Dipartimento della salute britannico che stima tra il 5 e l’8% i ricoveri non programmati connessi al cattivo uso dei farmaci.
Molto dipende anche dalla durata della cura. Uno studio americano sull’uso degli antibiotici ha infatti rilavata che tre pazienti su quattro assumono regolarmente il medicinale quando la terapia è entro i canonici 5 giorni, ma solo un quarto di loro prosegue nella retta via quando la cura deve prolungarsi a 10 giorni.
Il problema inizia ad essere così sentito che da noi è nato un Comitato per l’aderenza alla terapia, che riunisce tutti quelli che in effetti dovrebbero controllare che vengano assunte come si dovrebbe, ossia ordine dei medici e degli infermieri, Federfarma (che è l’associazione dei farmacisti), istituzioni e associazioni dei pazienti. “Quando a seguito di una visita riterremo di dover prescrivere un farmaco a un paziente anziano sarà nostra cura sarà nistra cura redigere uno schema di assunzione e scegliere le formulazioni più adatte per garamtire la migliore aderzenza alle terapie”, assicura il Presidnete dell’irdine dei camici bianchu, Filippo Anelli. Che però l’indice anche contro la burocrazia, “che impedisce ai medici di famiglia di prescrovere direttamente alcuni farmaci, come antidiabetici orali, anticoagulanti o contro la broncopneumopatia cronica ostruttiva, che possono  essere oggi dispensati solo a seguito di un piano terapeutico redatto da uno specilaista”.

Che ci sia bisogno di semplificare lo dicono anche le raccomandazioni sull’aderenza terapeutica  presenate recentemente da Cittadinanzattiva. Migliorare l’uso di sigle, abbreviazioni o vocabili stranieri se non in latino nelle prescrizioni, non sottoporre gli assistiti  a inutili tour ra un medico e l’aktro per fra trascirvere le prescrizioni dalla ricetta bianca a quella dell’Ssn che grantisce il rimborso, ma soprattutto dedicare più tempo per spiegare la cura ai pazienti. Facile a dirsi meno a farsi in un Paese dove i medici sono sempre meno e con sempre più malati da seguire.

Notizia e Foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
18/07/2019 16:48:41


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