Rubrica Tecnologia

Le truffe viaggiano su WhatsApp

La chat più usata dagli italiani è lo strumento principe dei truffatori

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I "dati sensibili carpiti in Italia sono letteralmente milioni", così avevano spiegato nel 2016 Polizia e Ministero dell'Istruzione, che già da allora avevano denunciato catene di messaggi truffa segnalati da utenti italiani di WhatsApp. Messaggi che, con la scusa di finti buoni sconto di note catene di abbigliamento, portano gli utenti ad abbonarsi a costosi servizi e contenuti "mobili". Simili a quelli che invece propinano finte estrazioni di iPhone per condurre utenti su link pericolosi. Da questi meccanismi si è sempre dissociata anche l'Associazione dei fornitori di servizi e contenuti (AssoCSP) che ha definito questi messaggi "pratiche scorrette nei confronti del consumatore per l'abbonamento a servizi a valore aggiunto".

La truffa digitale

Alcuni messaggi contengono un link che chiede agli utenti a rispondere a un breve sondaggio, poi li invita a inoltrare il test ad altri contatti (almeno 10) e una volta inseriti i contatti richiesti, l'utente visualizza una pagina che lo avvisa che i buoni sconto sono esauriti. Così viene indirizzato a una pagina nella quale gli viene proposta la sottoscrizione di un servizio in abbonamento. La tecnologia è una bella cosa, ma va utilizzata con sale in zucca, se non si vuole cadere in una pericolosa – economicamente - truffa digitale. Quasi chiunque ha sentito parlare di queste cose, lo sa anche chi organizza queste trappole tecnologiche, quei truffatori che cercano di trovare il modo di abbindolare il prossimo (del resto è il loro sporco mestiere)

Le frodi con WhatsApp

Uno degli strumenti più comunemente usati per le frodi è WhatsApp, che negli ultimi tempi ha fatto registrare un ampliamento dei casi segnalati, di phishing e non solo. Come ha spiegato anche Emilia Urso Anfuso su Liberoquotidiano: "con lo sviluppo delle nuove tecnologie e la diffusione del web, molte fregature arrivano direttamente tramite cellulare o tablet e in alcuni casi lo scotto da pagare è alto. Dal credito azzerato al conto corrente svuotato". I tempi cambiano, il gioco delle tre carte tanto comune un tempo nelle stazioni ferroviarie delle città italiane è scomparso e con loro gli "attori" (e così infatti si facevano chiamare dai loro amici). Adesso nessuno ci mette più la faccia: basta saper utilizzare bene una chat.

Ecco alcuni casi di truffa

Molto spesso falsi operatori affermano di lavorare per le aziende nazionali di telecomunicazioni, offrendo costi e promozioni molto invitanti. Per aderire a tali offerte, sempre molto limitate, è necessario fornire i dati personali, oltre alla copia di un documento di riconoscimento da spedire via chat sotto forma d’immagine digitale. Con gli effetti disastrosi che si possono immaginare in termini di probabile furto d’identità. Primo consiglio, che anche l’ultimo: dite al vostro (o a i vostri) interlocutori che il loro bel “prodotto” non vi interessa assolutamente.

Phishing

Uno dei sistemi più gettonati per portare avanti una truffa è l’immarcescibile phishing. E’ effettuato attraverso internet: un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile. In questo caso vi inviano un link che una volta aperto scarica un virus sul cellulare in grado di rubare foto e informazioni personali, oltre che esaurire lestamente il credito telefonico. Il problema è che quasi sempre arrivano da un contatto (inconsapevole) presente in rubrica, dunque l’utente spesso ci casca. Ed è questo uno dei casi peggiori: difficile da riconoscere.

Le chiamate vocali

WhatsApp ha oramai introdotto le chiamate vocali dal 2015. I pirati informatici ne hanno subito approfittato: inviano agli utenti avvertendoli di un messaggio vocale sull’applicazione, come se fosse una sorta di segreteria telefonica, e li invita a premere su un link. In realtà dietro l’URL si nasconde un ransomware che blocca il pc e chiede un riscatto per togliere la limitazione. Dopo il successo dei primi mesi, la truffa è scomparsa, ma ultimamente è riapparsa e sta nuovamente mietendo  vittime. “Gli hacker hanno sfruttato la novità delle videochiamate per tendere una trappola agli utenti che non sanno riconoscere i link malevoli. Per riconoscere la truffa WhatsApp è molto semplice: l’applicazione di messaggistica istantanea non invia e-mail per ascoltare i messaggi, al massimo lo comunica tramite notifiche”, spiegano gli esperti di tecnologia.libero.it.

La truffa di WhatsApp a pagamento

“Gentile utente, dalla prossima settimana ogni messaggio inviato su WhatsApp costerà 0,01€, per non pagare è necessario confermare il proprio account premendo su questo link”. Un messaggio-truffa che torna continuamente su WhatsApp e che ha fatto decine di vittime, nonostante più e più volte lo staff dell’applicazione abbia avvertito gli utenti dell’imbroglio. “Appena si clicca sul link si scaricherà un virus sul proprio smartphone che spia i movimenti dell’utente. Riconoscere la truffa è semplicissimo: WhatsApp è gratuito e resterà tale fino a quando non sarà l’applicazione a dare una comunicazione differente. Qualsiasi altro messaggio proveniente da amici o da sconosciuti si tratta di un virus”, si legge ancora su tecnologia.libero.it.

La truffa del buono sconto

Poi c’è la truffa del buono sconto. Gli hacker sfruttano il nome di catene commerciali famose per lanciare chat con un buono sconto. La strategia è la stessa “Gentile utente, per ricevere uno sconto di ics euro da spendere in questi negozi fai clic sul link”. Subito dopo aver schiacciato sulla URL, si diventa vittima di un messaggio phishing. Ci ritroveremo con un virus sullo smartphone che cercherà di monitorare le nostre abitudini. Le aziende non offrono mai sconti su WhatsApp.

La truffa di WhatsApp Gold

Non esistono versioni “premium” di WhatsApp, tutti i messaggi ricevuti con la possibilità di scaricare WhatsApp Gold per ricevere funzionalità aggiuntive, sono in realtà dei virus. La truffa è molto semplice, i pirati informatici inviano un messaggio che invita a scaricare WhatsApp Gold da uno store parallelo a quello di Google. Logicamente si tratta di un virus che andrà a infettare lo smartphone.

Il vicecomandante dei Carabinieri

Eccone un’altra: su WhatsApp appare questo messaggio tipo: “Non so se sia vero, state attenti alle truffe telefoniche! Ti giro alcuni numeri a cui non devi rispondere. Questo messaggio mi è stato girato dal vicecomandante dei Carabinieri. Giralo a tutti i tuoi contatti”. In questo caso si fa leva sul fatto che, chi riceve la comunicazione, pensa di potersi cautelare proprio diffondendo, a sua volta, il tranello via chat. I truffatori ottengono i numeri mettendo le mani su un database di telefonia cellulare e il gioco è fatto

I consigli della Polizia Postale

evitare di diventare vittime di truffe online, la Polizia Postale ha quindi pubblicato sul suo sito alcuni utili consigli. In particolare, si invita ad utilizzare strumenti di pagamento sicuri, che garantiscano la ripetibilità di quanto corrisposto o che consentano di pagare alla consegna. Mentre si sottolinea l’importanza di rivolgersi ad enti professionali, prediligendo ove possibile canali diretti di contatto con la controparte contrattuale. Di osservare attentamente le pagine web proposte prima di effettuare l’acquisto. Infine di svolgere anche ricerche in rete per conoscere l’opinione degli altri utenti sull’affidabilità del venditore.

Notizia e Foto tratte da Tiscali.it
© Riproduzione riservata
05/08/2019 15:59:32


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